Nel cuore del XIX secolo, una struttura psichiatrica unica, la Real Casa dei Matti, sorgeva a Palermo. Fondata nel 1824 per iniziativa governativa e posta sotto la direzione del barone Pietro Pisani, questa istituzione rappresentava un testimonianzastraordinaria dell’applicazione del “trattamento morale”, definito anche “terapia della dolcezza”, in un contesto politico e sociale profondamente diverso da quello in cui Philippe Pinel aveva per la prima volta teorizzato e applicato tale approccio in Francia. La struttura, inizialmente situata nell’ex noviziato dei Padri Teresiani ai Porrazzi, crebbe notevolmente tanto da essere citata dal “Giornale dell’Intendenza” di Palermo quando nel 1825 riportò : “L’ospedale psichiatrico (…) affidato a un deputato ricco di idee filantropiche ha notevolmente migliorato la sua immagine ed è già, grazie all’aumento delle risorse, in cammino verso la perfezione che lo porterà un giorno al livello delle prime istituzioni psichiatriche esistenti in Europa”.
Nella Real Casa, furono eliminate le pratiche di segregazione e l’uso di catene e bastonature. Si preferì adottare il cosiddetto “trattamento morale”, basato sulla separazione dei pazienti psichiatrici dagli altri malati, la loro osservazione e l’applicazione di terapie attraverso intrattenimenti, svaghi e l’ergoterapia. Il barone Pisani, con la collaborazione del dottor Paladino, implementò l’approccio promosso da figure eminenti della psichiatria dell’epoca, come Jean-Étienne Dominique Esquirol, Johann Gaspar Spurzheim (uno dei fondatori della frenologia) e Philippe Pinel.
La storia della Real Casa dei Matti e del suo primo direttore offre uno straordinario esempio di come l’esperimentazione terapeutica, la letteratura e l’architettura si intreccino per formare una trama storica degna di attenzione. In un’epoca in cui il governo considerava la gestione della follia una questione di ordine pubblico, il Barone Pisani, un funzionario anziano della piccola nobiltà palermitana, divenne direttore di un affascinante manicomio nonostante non avesse competenza medica specifica o esperienza nella gestione di tali istituzioni. La sua umanità e dedizione ebbero un impatto più che significativo.
Tuttavia, la storia dell’istituzione e dell’operato del Pisani si è trasformata in qualcosa di radicalmente diverso da quanto inizialmente previsto. La figura del barone è diventata un mito letterario, un uomo filantropo che dedicò la sua vita e la sua fortuna alla cura dei malati di mente. Questo mito si diffuse persino oltre i confini europei grazie a scrittori come Nathaniel Parker Willis, un giornalista americano e amico di Edgar Allan Poe, che visitò la Real Casa dei Matti nel 1832 e ne scrisse un resoconto nel 1833.
Willis descrisse Pisani come un “barone siciliano stravagante”, in grado di esercitare un carisma sui pazienti e di creare un ambiente sereno in cui le loro energie venivano indirizzate al lavoro. La stranezza e l’amenità degli ambienti erano descritte in modo accattivante, attirando l’attenzione dei viaggiatori stranieri. Questa descrizione influenzò profondamente Edgar Allan Poe, noto per le sue opere che esplorano i temi dell’alienazione e della follia.
Nonostante Poe non sia mai stato in Sicilia, il suo interesse per il mito del barone siciliano traspare chiaramente nella sua opera. Nel racconto ” Il sistema del dott. Catrame e del prof. Piuma” la figura di Pisani ispirò la creazione di Monsieur Maillard, direttore di un immaginario manicomio privato in Francia. L’autore narra di un episodio vissuto di persona. Durante un viaggio, decide di esplorare una struttura per la cura dei malati mentali gestita privatamente, di cui ha sentito parlare a Parigi. Un amico occasionale lo accompagna fino all’ingresso di questo nosocomio, situato in un vecchio castello piuttosto malandato. Lì, viene presentato al direttore, dottor Maillard, che lo accoglie con gentilezza e lo invita a pranzo, promettendo in seguito una visita approfondita alla struttura. Il narratore, intrigato, chiede al direttore di spiegare il metodo che ha reso famosa la Casa, noto come “metodo della dolcezza”, che consiste nell’adattarsi il più possibile alle eccentricità dei pazienti. Ma Maillard dichiara che tale metodo è stato abbandonato a causa dei suoi inconvenienti, sostituito da quello di due studiosi di fama, il dottor Catrame e il professor Piuma, secondo il racconto di Maillard.
Durante il pranzo, la situazione si presenta bizzarra: il pasto viene servito in una vasta sala, con portate di cibo eccellente disposte su un enorme tavolo in un ordine piuttosto caotico. Numerosi ospiti di entrambi i sessi, vestiti in modo stravagante, partecipano al pranzo e vengono dichiarati da Maillard infermieri e collaboratori della struttura. La conversazione segue uno schema altrettanto stravagante: ognuno degli ospiti cerca di raccontare episodi passati di pazienti che, credendosi qualcosa o qualcuno, avevano sviluppato particolari manie. Nel farlo, imitano il comportamento del paziente descritto. Alla fine del pranzo, si sentono urla provenienti dall’esterno, sempre più forti, e improvvisamente irrompono in sala una ventina di individui ricoperti di catrame e piume. Si scopre che costoro sono il legittimo direttore e i suoi collaboratori, diventati prigionieri dei pazienti a seguito di un ammutinamento orchestrato da Maillard, il quale, un mese prima, era stato direttore della Casa ma era diventato pazzo e vi era stato ricoverato come paziente. L’atmosfera diventa tenebrosa e ironica, riflettendo l’interesse di Poe per il tema psicologico e poetico della follia.
Poe aveva la straordinaria capacità di prendere spunti da varie fonti e combinare elementi per creare trame innovative. La figura di Pisani, trasformata in Maillard, si è trasfigurata in un personaggio letterario, e il mito del barone ha trovato la sua forma definitiva nelle pagine di Poe.
La storia della Real Casa dei Matti e del Barone Pisani, suo direttore, è un esempio affascinante di come la realtà storica possa trasformarsi in mito letterario. Nonostante Edgar Allan Poe non abbia mai messo piede in Sicilia, il legame tra il suo lavoro e il mito del barone siciliano è un esempio straordinario di come la letteratura possa trasformare l’esperienza e le leggende in narrazioni durature. La Real Casa dei Matti rimane un capitolo intrigante nella storia della psichiatria e della letteratura del XIX secolo.
Danilo De Luca






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