In Italia, diventare genitori è un impegno finanziario che si traduce in un onere significativo per le famiglie. Con un costo che ammonta a quasi un terzo del reddito medio del nucleo familiare, il percorso verso la genitorialità nel nostro Paese è più gravoso che mai. Questo dato allarmante emerge da uno studio recente che ha messo in luce una realtà economica che pone l’Italia al doppio della media dei paesi dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Un dilemma che si aggrava proporzionalmente alla diminuzione del reddito familiare, sollevando interrogativi critici sulla sostenibilità finanziaria della genitorialità nell’attuale contesto italiano.
Interventi governativi per alleggerire il carico economico sulle famiglie
Nel corso del 2023, le famiglie italiane hanno sperimentato una limitazione degli aiuti governativi, un’esperienza accentuata dall’incremento dei prezzi causato dall’inflazione. Tuttavia, a partire da gennaio 2024, il governo ha adottato misure decisive per mitigare le sfide finanziarie affrontate dalle famiglie, decidendo di aumentare l’assegno unico e universale. Questa forma di sostegno finanziario è stata progettata per assistere le famiglie a basso reddito con figli a carico. Accessibile a tutte le famiglie, indipendentemente dal reddito, con un figlio a carico dal settimo mese di gravidanza ai 21 anni d’età, l’assegno segue un approccio progressivo, offrendo contributi crescenti al diminuire del reddito familiare. Un passo significativo per affrontare la sfida economica che gravava sulle famiglie italiane nel loro percorso genitoriale.
In conclusione, il nuovo anno ha portato significativi cambiamenti nel panorama degli aiuti finanziari alle famiglie italiane, offrendo un sollievo apprezzabile per coloro che si trovano a fronteggiare il peso economico della genitorialità. Fino al 2023, gli assegni mensili variavano da un minimo di €50 a un massimo di €175 per ogni figlio minorenne a carico, con un importo ridotto per i figli tra i 18 e i 21 anni. Al contempo, diverse maggiorazioni erano previste per situazioni specifiche, come la presenza di disabilità, madri di età inferiore ai 21 anni, nuclei familiari numerosi, entrambi i genitori lavoratori e nuclei familiari con un Isee inferiore ai €25.000.
Il nuovo adeguamento per il 2024 ha introdotto una maggiore flessibilità, basando l’importo dell’assegno sull’ISEE dei richiedenti. In media, si registra un adeguamento al costo della vita del 5,4%, portando il sostegno a €200 per le famiglie con un ISEE fino a €17.090. Gradualmente, tale importo si riduce, raggiungendo un minimo di €57 per le famiglie con un ISEE oltre i €45.575. Questa revisione mirata rappresenta un passo essenziale nel fornire un supporto finanziario mirato, adattato alle reali esigenze delle famiglie italiane, nel tentativo di alleviare le pressioni economiche associate alla genitorialità.
Valeria Buremi






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