Ponte sullo stretto: dal progetto approvato alle conseguenze ambientali


Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha confermato l’intenzione di avviare i lavori entro il 2024 e aprire il ponte al traffico stradale e ferroviario entro il 2032.

Con il voto emesso in data 15 Febbraio 2024, è stato ufficialmente approvato il progetto definitivo del ponte. Sebbene i costi siano leggermente aumentati rispetto alla versione precedente, sono state fornite maggiori dettagli sulle espropriazioni necessarie per la realizzazione dell’opera. Tuttavia, la strada verso l’inizio dei lavori e l’apertura dei cantieri è ancora lunga: si prevede l’avvio della conferenza dei servizi tra gli enti coinvolti, la valutazione di impatto ambientale (VIA), la discussione sulle espropriazioni e infine la preparazione e l’approvazione del progetto esecutivo.

Il Consiglio dei ministri ha adottato, inoltre, un decreto datato a 16 marzo 2023 per ricostituire la Stretto di Messina spa, in liquidazione da 10 anni, con Pietro Ciucci confermato come amministratore delegato. Il progetto si basa sui disegni del 2011, e il governo ha deciso di assegnare la costruzione del ponte al consorzio Eurolink senza una nuova gara d’appalto.

Il ponte, che avrà una lunghezza totale di 3.660 metri e una campata sospesa di 3.300 metri, è progettato per essere il ponte a campata unica più lungo al mondo. Le due torri, alte 399 metri, saranno supportate da due piloni collegati da tre grandi travi orizzontali, garantendo una stabilità fino a venti di 300 chilometri orari.

Il tempo di percorrenza previsto per i treni da Villa San Giovanni a Messina sarà di circa 15 minuti, rispetto ai 45 minuti attuali per i treni passeggeri trasportati sui traghetti e i 60 minuti per i treni merci. In auto, il passaggio tra lo svincolo di Santa Trada e lo svincolo di Giostra richiederà circa 10 minuti, contro gli attuali 70.

I costi stimati per la costruzione del ponte sono aumentati rispetto alla versione del 2011, passando da circa 12 miliardi di euro a 13,5 miliardi di euro, con un ulteriore miliardo di euro previsto per le opere accessorie. Oltre al ponte, saranno costruiti 40 chilometri di raccordi stradali e ferroviari, di cui l’80% in galleria, e una nuova linea metropolitana a Messina con tre fermate sotterranee.

Si prevede che durante i sette anni di lavori saranno impiegati in media 4.300 lavoratori all’anno, con un picco di 7.000 nel periodo più intenso. Nel progetto definitivo è stata inclusa una clausola che prevede l’annullamento dei lavori e l’avvio di una nuova gara d’appalto se i costi supereranno del 50% le previsioni.

Oltre agli aggiornamenti tecnici e ai materiali di costruzione più moderni, l’integrazione al progetto include un nuovo piano di espropri, uno degli aspetti più delicati. Le contese e le preoccupazioni riguardo agli espropri, insieme alle proteste di comitati e associazioni ambientaliste, potrebbero influenzare i tempi di realizzazione dell’opera.

Vediamone qualcuno: 

Partiamo dal presupposto che il dibattito sul ponte sullo Stretto è sempre stato acceso a causa di diverse questioni: il costo elevato,di cui ne abbiamo già parlato, la sua effettiva necessità e priorità, le ricadute sociali ed economiche, le complessità tecniche, ma soprattutto il rischio di corruzione e infiltrazioni mafiose, e il pericolo sismico nell’area.

Per quanto riguarda i danni all’ecosistema, nel 2021, Legambiente, Wwf e Kyoto Club si sono opposti al progetto del ponte, definendolo dannoso per l’ambiente, nell’ambito della relazione del gruppo di lavoro istituito dal ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile per valutare la fattibilità dell’opera e le alternative possibili. Le associazioni hanno proposto il miglioramento dei servizi di traghettamento esistenti e del sistema infrastrutturale e logistico della zona. Questo è avvenuto perché secondo uno studio, i traghetti, sebbene rappresentino solo il tre per cento delle imbarcazioni che toccano i porti dell’Area Economica Europea, nel 2018 hanno causato il dieci per cento delle emissioni di CO2 di tutte le navi prese in esame. Queste emissioni dipendono dalle dimensioni e dall’età dell’imbarcazione, dal sistema di propulsione e da altri fattori.Ogni anno, oltre dieci milioni di persone attraversano lo Stretto di Messina, con un milione e ottocentomila autovetture e quattrocentomila mezzi pesanti. La maggior parte dei passeggeri viaggia senza auto. Attualmente, cinque compagnie operano nello Stretto, offrendo servizi passeggeri e di trasporto auto o treno tra Messina, Reggio Calabria, Villa San Giovanni e Tremestieri.

Le preoccupazioni ambientaliste, quindi, derivano principalmente dalla sensibilità ambientale dell’area, che include due Zone di Protezione Speciale e undici Zone Speciali di Conservazione, importanti per la biodiversità e il transito della fauna marina e degli uccelli.

Nel 2005, l’Unione europea ha avviato una procedura di infrazione contro l’Italia a causa delle carenze nello studio sull’impatto ambientale del ponte, in particolare per la mancanza di misure adeguate per la protezione degli uccelli.

Danilo De Luca

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