Nel quadro delle recenti modifiche apportate al decreto-leggeelezioni 2024, la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha approvato un emendamento cruciale proposto dalla maggioranza. L’emendamento, destinato a rivoluzionare il processo democratico, concede agli studenti fuorisede la possibilità di esercitare il loro diritto di voto alle prossime elezioni europee, anche se risiedono in una regione diversa da quella di residenza, senza la necessità di fare ritorno al proprio Comune. Questa innovativa disposizione mira a rimuovere ostacoli logistici che spesso limitano la partecipazione politica degli studenti universitari che studiano lontano da casa, sottolineando l’importanza di garantire a tutti i cittadini il pieno accesso ai processi elettorali.
I dettagli operativi
L’emendamento alla legge sulle elezioni del 2024, appena approvato dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato, presenta una distinzione chiara e operativa per gli studenti fuorisede in relazione alla loro circoscrizione elettorale di residenza. La disposizione stabilisce due meccanismi di voto differenti a seconda che lo studente abbia il domicilio nella stessa circoscrizione elettorale del Comune di residenza o in una diversa.
Indipendentemente dalla situazione, una richiesta dovrà essere inviata direttamente al Comune di residenza almeno 35 giorni prima delle elezioni europee. Questa richiesta dovrà essere corredata da documenti quali una copia della carta d’identità, della tessera elettorale e un certificato di iscrizione all’università. Questi requisiti, seppur imposti per garantire la regolarità del processo, potrebbero rappresentare un ostacolo minimo considerato il notevole passo avanti in termini di accessibilità democratica.
Il prossimo passo cruciale è l’approvazione del testo del decreto in aula, sia dal Senato che dalla Camera, affinché possa diventare definitivamente legge. L’urgenza dell’esame è evidenziata dalla scadenza del 29 marzo, entro cui il provvedimento, essendo un decreto-legge, deve essere concluso.
Tuttavia, va sottolineato che questa sperimentazione, rivolta esclusivamente agli studenti fuorisede e limitata alle elezioni europee, comporterà l’esclusione di 4,3 milioni di lavoratori fuorisede per i quali manca ancora una normativa specifica. Nonostante ciò, il fatto che questo sia un primo passo significativo per definire meglio il voto fuorisede e allargarlo a un numero sempre maggiore di cittadini rappresenta un segnale positivo. Attualmente, al Senato, è in corso l’iter per una legge ad hoc sul voto fuorisede, anche se i tempi di approvazione e attuazione si prevedono più lunghi. In definitiva, questo emendamento si configura come una tappa fondamentale nella ridefinizione del sistema di voto fuorisede, aprendo la strada a ulteriori miglioramenti nel futuro.
Valeria Buremi






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