Il suicidio: il gesto più drammatico e tragico che una persona possa compiere nel rispetto della sua vita e di chi la circonda. Oggigiorno se ne sente parlare spesso, tante volte questo termine esce dalla bocca di giovani adolescenti e non. Un ultimo gesto estremo si è verificato proprio a Catania qualche giorno fa, durante una tranquilla mattinata al Policlinico di Catania, nonché sede universitaria, dove una giovane 32enne ha deciso di lanciarsi dal settimo piano, ancora per ragioni sconosciute.
Molto spesso le cause legate al suicidio derivano dagli studi universitari e, purtroppo, questo gesto estremo della studentessa catanese ne rappresenta l’ennesimo caso che, non coinvolge solo Catania, ma tutto il resto dell’Italia e non solo. Numerosi sono stati in questi ultimi anni i casi di suicidio o tentato suicidio, i cui dati Istat riportano un livello di benessere mentale che tra i ragazzi di età compresa tra 20 e 34 anni risulta essere inferiore rispetto agli adulti di 35-44 anni. in qualsiasi caso, il benessere mentale dovrebbe risultare superiore nella fascia adolescenziale/adulta, tuttavia, sottovalutata specialmente tra i giovani studenti universitari che, molto spesso, nutrono insoddisfazione nel sistema universitario e vengono trasportati da incertezze e preoccupazioni sempre maggiori.
In merito tragedia, numerose sono state le critiche da parte di studenti e studentesse che sui social hanno commentato l’errore commesso da una testata. È stato scritto che la ragazza risultava essere fuoricorso, un dato non accertato, ma possibilmente dedotto dall’età della studentessa. Il caso, diventato subito mediatico, ha scatenato numerosi giovani sui social che hanno accusato di mal informazione questo caso, andando ad incolpare questa parola “fuoricorso” per aumentare consensi e like. Ritornano così, ancora una volta, delle fake news, delle false informazioni che scrivono erroneamente.
Giulia Manciagli






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