Le “animulari”, le streghe della Sicilia occidentale.


Nelle terre occidentali della Sicilia, dal trapanese all’agrigentino, si tramandano storie di esseri misteriosi e sinistri, ben distanti dall’immagine delle comuni e innocue “donni di fora”. Queste figure, conosciute come “animulari”, emergono dall’ombra della notte con una presenza che risuona di mistero e oscurità, invitando a un viaggio nei recessi più remoti dell’immaginario popolare siciliano.

La storia delle animulari affonda le radici nella leggenda e nel folclore antico, si narra che queste creature, in apparenza umane, abbiano stretto un patto fatale con il diavolo, offrendo la propria anima in cambio di poteri sovrannaturali e di una vita eterna. La loro esistenza è legata al vento e al mare,  elementi che incarnano il loro spirito libero e imprevedibile, che soffia come un turbine attraverso le terre occidentali della Sicilia, infatti vengono anche chiamate “donni di ventu”.

Le animulari si manifestano soprattutto nelle ore buie della notte, quando il mondo è avvolto nel manto dell’oscurità e i confini tra il reale e l’immaginario si fanno più labili. Si racconta che durante il giorno conducano una vita ordinaria, mimetizzandosi tra la gente comune, ma appena cala il crepuscolo, si trasformano in creature invisibili, capaci di attraversare porte chiuse e buchi delle serrature con la stessa facilità con cui il vento sibila tra le fessure delle case. Queste streghe hanno un legame ambiguo con i bambini, che alcuni racconti descrivono come esseri destinati a essere rapiti e portati via nelle notti di luna piena per partecipare a cerimonie misteriose e rituali malvagi. I bambini, nella tradizione popolare, sono considerati vulnerabili alla magia delle animulari, che li attraggono con promesse di giochi e avventure, solo per trascinarli nel mondo oscuro della stregoneria.

Ma qual è il vero volto di queste creature ? Le descrizioni variano, ma una cosa è certa: si tratta di esseri dall’aspetto distorto e mostruoso, con occhi dagli sguardi penetranti e labbra contorte in un sorriso malevolo. Alcuni racconti le dipingono come vecchie decrepite, con capelli lunghi e scarmigliati, mentre altri le descrivono come giovani e seducenti, capaci di incantare anche il più forte degli uomini con il loro fascino misterioso e pericoloso.

La loro presenza è associata a fenomeni atmosferici estremi, come tempeste, trombe marine e vortici di vento, che molte comunità costiere temono e rispettano come manifestazioni della loro potenza magica. Gli uomini di mare, in particolare, credono che queste streghe siano responsabili di disastri marittimi e scompigliano i loro rituali di protezione per scongiurare la loro furia.

Ma le animulari non si limitano a seminare distruzione e terrore: sono anche capaci di praticare arti oscure e magie nere, servendosi di pupazzi antropomorfi e oggetti magici per infliggere dolore e morte alle loro vittime. Gli spilli piantati nei pupazzi diventano strumenti di tortura e rovina, trasmettendo tormento e sofferenza a coloro che osano incrociare il loro cammino.

L’oscurità che avvolge le animulari è alimentata dalle paure e dalle superstizioni delle comunità locali, che le considerano emblemi del male e della distruzione. Ma al di là della paura e del terrore che ispirano, queste creature rappresentano anche un richiamo al mistero e alla magia che permea il mondo, invitando a esplorare le profondità insondabili dell’immaginario umano e a interrogarsi sulle forze nascoste che plasmano il destino dell’umanità. A raccontarci delle animulari e in generale delle streghe siciliane è stato Giuseppe Pitré, nel  volume terzo della sua raccolta su gli usi e costumi del popolo siciliano che si occupa proprio di “Esseri soprannaturali e meravigliosi”. 

Danilo De Luca

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑