Nelle nebbie del tempo, avvolto in un velo di mistero e incertezza, si erge uno dei capolavori più enigmatici del Rinascimento: il “Ritratto d’uomo” di Antonello da Messina, conosciuto anche come l’ignoto marinaio. Datato tra il 1465 e il 1476 circa, oggi èconservato nel Museo Mandralisca di Cefalù anche se le circostanze della creazione e la sua collocazione originaria rimangono avvolti nel mistero, ma la sua presenza nella storia dell’arte è indiscutibile.
Secondo una tradizione orale, il dipinto fu donato al barone di Mandralisca sull’isola di Lipari, dove pare che fosse utilizzato come sportello da uno speziale. Questa storia è stata tramandata attraverso le generazioni, ritrovando eco nelle opere di Vincenzo Consolo, in particolare nel suo “Il sorriso dell’ignoto marinaio”, che attinge ai fatti di Bronte del 1860.
La tavoletta, già segnata dagli affanni del tempo, subì restauri nel corso dei secoli, incluso uno nel XIX secolo a Firenze e un altro tra il 1950 e il 1953 dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma. L’ultimo intervento documentato risale al 198.
Cosa sappiamo del suo autore ? Antonello da Messina, cresciuto in un’epoca dominata dalle immagini di galee e marinai nella sua città natale di Messina, trovò ispirazione nei commerci e negli incontri culturali che animavano il Mediterraneo nel Quattrocento. Le influenze provenienti da Venezia e dalle Fiandre si fusero con le suggestioni catalane, creando un contesto ricco di spunti artistici e culturali.
Questo contesto storico e culturale è cruciale per comprendere l’opera dell’autore, caratterizzata da una raffinatezza e un’intensità uniche nel panorama rinascimentale. Nonostante le poche informazioni certe su di lui e la sua produzione artistica frammentaria, il suo contributo all’arte è innegabile.
Il ritratto dell’ignoto marinaio, oggetto di venerazione e speculazione, potrebbe ritrarre Francesco Vitale da Noja, ambasciatore e vescovo di Cefalù, o forse un uomo sconosciuto vestito da marinaio dell’epoca. La sua posa di tre quarti, lo sfondo scuro e la rappresentazione essenziale richiamano le influenze fiamminghe, mentre il sorriso enigmatico e lo sguardo penetrante sono distintivi della maestria ritrattistica di Antonello.
L’uso sapiente della luce e dei colori a olio conferisce al dipinto una profondità e una vividezza straordinarie, mentre l’impostazione volumetrica della figura evidenzia l’abilità dell’artista nel creare personaggi vividi e psicologicamente complessi.
Ma ciò che continua a intrigare gli osservatori è il significato di quel sorriso. Perché quell’espressione spavalda e sarcastica? Cosa cela dietro di sé? Queste domande rimangono senza risposta, alimentando il fascino e il mistero che avvolge l’ignoto marinaiodi Antonello da Messina, un tesoro dell’arte rinascimentale che continua a catturare l’immaginazione dei visitatori di oggi.
Danilo De Luca






Lascia un commento