Quando la cultura si bruciava: Riflessioni sulla Giornata Mondiale del Libro


Il 23 aprile di ogni anno, il mondo celebra la Giornata Mondiale del Libro, un’occasione per promuovere la pubblicazione e la lettura dei libri e per proteggere il diritto d’autore. Questa giornata assume un significato particolare poiché i libri non sono solo strumenti di cultura, ma spesso diventano bersagli di censura, odio e distruzione perpetrati da singoli individui, gruppi organizzati o poteri politici e religiosi.

La complessità e la gravità di queste sfide emergono pienamente solo quando si considerano le molteplici e terribili vicissitudini che hanno coinvolto i libri e le biblioteche nel corso della storia. Negli ultimi decenni, è emersa una vasta bibliografia dedicata alla censura, ai roghi di libri e alla distruzione delle biblioteche, ma spesso questo filone di ricerca non riceve l’attenzione che merita da parte del pubblico, forse perché molti si trovano a fare i conti con la mancanza di spazio all’interno delle loro case per ospitare tutti i libri che possiedono.

Raramente si ricorda che durante il XX secolo, il regime nazista di Adolf Hitler ha permesso la celebre Bücherverbrennungen, ovvero i roghi di libri, organizzati dall’associazione studentesca del partito. Durante queste manifestazioni, libri considerati contrari all’identità nazionale tedesca sono stati ammassati e bruciati in varie piazze del paese, tra cui opere di autori del calibro di Brecht, Einstein, teorici socialisti, pacifisti e molti altri. Allo stesso tempo, l’Istituto di Sessuologia fondato da Magnus Hirschfeld, noto anche come l'”Einstein del sesso”, è stato attaccato e la sua biblioteca è stata distrutta da un’incursione nazista.

Ma la distruzione dei libri non è un fenomeno limitato ai regimi totalitari del XX secolo. Le persecuzioni degli autori e la distruzione fisica delle opere letterarie risalgono ai tempi antichi e si sono manifestate attraverso la storia umana. Platone stesso, secondo la leggenda, ha ordinato la distruzione delle opere di Democrito, il padre dell’atomismo, presso l’Accademia.

Anche la Chiesa Cattolica ha giocato un ruolo significativo nella storia della censura letteraria, mantenendo e allargando l’Indice dei libri proibiti per secoli. Opere di autori come Ugo Foscolo, Jean Paul Sartre, Bergson, Diderot, Voltaire e molti altri sono finite sotto la lente della censura ecclesiastica.

Questi esempi dimostrano che la battaglia per la cultura e la libertà di espressione è stata combattuta in tutto il mondo e in tutte le epoche. Solo attraverso la conoscenza di queste vicende storiche possiamo apprezzare appieno il valore dei libri, degli intellettuali e della cultura stessa. La Giornata Mondiale del Libro ci ricorda che la lotta per la libertà di pensiero e di espressione è più importante che mai e che dobbiamo impegnarci a proteggere e preservare il patrimonio letterario dell’umanità per le generazioni future.

Danilo De Luca

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