Con il passare delle generazioni, anche il modo di lavorare si evolve, adattandosi alle nuove tecnologie e alle mutevoli esigenze dei lavoratori. La generazione Z, cresciuta in un’epoca di rapidi progressi tecnologici, è spesso associata a un maggiore grado di flessibilità lavorativa, come dimostra l’aumento del lavoro da remoto. Tuttavia, un recente studio, Talent Trends for Europe 2023 condotto da ACCA, rivela un dato sorprendente: in Europa, sono principalmente i lavoratori over 57 a beneficiare maggiormente dello smart working.
Questo trend può essere attribuito a vari fattori. Innanzitutto, i lavoratori più anziani, grazie alla loro vasta esperienza e alla consolidata rete professionale, godono di una maggiore fiducia da parte dei datori di lavoro, che concedono loro più facilmente la possibilità di lavorare da remoto. Inoltre, questa fascia di età potrebbe avere maggiori responsabilità familiari, come la cura dei nipoti o l’assistenza ai genitori anziani, rendendo il lavoro da casa una soluzione ideale per bilanciare gli impegni professionali e personali.
Nello specifico, i dati mostrano che il 64% dei giovani della generazione Z lavora ancora in ufficio a tempo pieno, mentre la percentuale scende al 30% tra i 25 e i 42 anni, al 31% tra i 43 e i 57 anni e al 17% per coloro che hanno più di 57 anni. Questo divario può essere spiegato dalla minore libertà concessa ai dipendenti più giovani e con meno esperienza, che necessitano di una supervisione più ravvicinata per apprendere le dinamiche lavorative e sviluppare competenze fondamentali.
Diffusione del lavoro da remoto
l report ha analizzato le tendenze del lavoro da remoto in Europa, rivelando che le modalità di lavoro “ibride”, ovvero parzialmente in presenza e parzialmente da remoto, e quelle interamente da remoto sono ormai diffuse in tutto il continente. Solo il 31% dei professionisti intervistati ha dichiarato di lavorare esclusivamente in ufficio.
Inoltre, quasi il 90% degli intervistati in Europa desidera lavorare da remoto almeno un giorno alla settimana in futuro, e il 75% è convinto di essere più produttivo lavorando da casa. A questo proposito, emerge una significativa differenza di genere: l’82% delle donne afferma di sentirsi più produttiva quando lavora da casa.
Tuttavia, non c’è la stessa unanimità riguardo alla sinergia nel lavoro di team. Il 40% delle donne e il 49% degli uomini riportano maggiori difficoltà nel collaborare in team quando lavorano da remoto, mentre rispettivamente il 56% e il 44% dichiarano di non avere alcuna difficoltà.
In conclusione, il panorama lavorativo europeo sta attraversando una trasformazione significativa, con una crescente preferenza per il lavoro da remoto e ibrido. Sebbene questo cambiamento abbia portato a un aumento della produttività per molti, rimangono sfide nel coordinamento del lavoro di squadra, evidenziando la necessità di soluzioni innovative per migliorare la collaborazione a distanza. Man mano che le aziende e i lavoratori si adattano a queste nuove dinamiche, sarà cruciale sviluppare strategie che bilancino flessibilità e efficacia operativa, garantendo al contempo un ambiente di lavoro inclusivo e produttivo per tutti.
Valeria Buremi






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