Siccità in Sicilia. La crisi del leggendario Lago di Pergusa


Occhio della Sicilia, il Lago di Pergusa era un piccolo specchio d’acqua tra le colline eree, con un’età, secondo gli studiosi, di 30.000 anni. Unico lago naturale siciliano senza immissari né emissari, era incastonato lungo lo spartiacque dei bacini del Simeto a est e del Salso a ovest. Oggi, quello che possiamo ammirare nella zona a 10 km da Enna, è solo una macchia di fango umido che si sta asciugando sotto il caldo sole di un’estate particolarmente arida.

Lo scenario in cui era immerso il lago siciliano è stato nel tempo di grande interesse naturalistico e ha alimentato la fantasia di scrittori come Claudiano, Ovidio, Cicerone, Livio e Diodoro Siculo, persino il poeta inglese John Milton. Per la sua straordinaria bellezza e ricchezza di flora e fauna, la Riserva Naturale Speciale del Lago di Pergusa, è denominata Zona di Protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria, ai sensi delle Direttive CEE.

Ma è soprattutto la sua mitologia a rendere questo lago, ormai acquitrino che dir si voglia, una leggenda di Sicilia. Il mito narra che Persefone, figlia di Demetra, dea della terra coltivata, fu rapita da Ade, dio degli Inferi, mentre raccoglieva fiori proprio sulle rive del lago di Pergusa. Demetra, disperata, cercò la figlia per nove giorni, trascurando i suoi doveri e causando la carestia. Zeus intervenne, rivelando a Demetra il luogo del rapimento e permettendo che madre e figlia vivessero insieme per una parte dell’anno, da ciò sarebbero nate le quattro stagioni dove Estate e Primavera coincidevano con il ritorno sulla terra di Persefone. 

Dal passato storico o mitologico a oggi, insomma, il futuro del lago di Pergusa è strettamente legato alle condizioni climatiche, in particolare alle piogge e alle temperature. Questa connessione è confermata dal professor Gabriele Freni, docente presso la Facoltà di Ingegneria Ambientale dell’università Kore di Enna, esperto del lago di Pergusa. Secondo Freni se le condizioni di siccità idrologica persistono, la situazione non potrà che peggiorare. Il lago, essendo di origine endoreica, dipende esclusivamente dalle precipitazioni per il suo approvvigionamento idrico, che quest’anno sono state quasi inesistenti. Inoltre, le elevate temperature favoriscono l’evapotraspirazione, causando una progressiva diminuzione della superficie del lago.

Gestito dalla Regione Sicilia e la Riserva naturale del Lago di Pergusa, amministrata dalla ex Provincia di Enna, il lago è un’entità regionale spesso priva di fondi adeguati. Già nel 2023, Legambiente Sicilia aveva sollecitato la convocazione di un tavolo tecnico per affrontare la crisi. Il lago non è solo un bacino idrico, ma una tappa cruciale per centinaia di specie di uccelli migratori, un tesoro di biodiversità e un luogo di svago per gli abitanti locali.

«Lo avevamo previsto: entro luglio il lago Pergusa sarebbe scomparso, e la scomparsa è arrivata prima, con il solstizio d’estate», dichiara Giuseppe Maria Amato, referente per la Gestione delle risorse idriche di Legambiente Sicilia. Per anni, l’organizzazione ha chiesto il ripristino del sistema di monitoraggio ambientale e la pulizia dei canali che alimentano il lago. Tuttavia, questi interventi sono stati realizzati solo parzialmente e in modo disorganizzato, lasciando accumuli di materiale solido che ostacolano il flusso dell’acqua verso il lago.

Se il tavolo tecnico fosse rimasto attivo, oggi avremmo dati aggiornati sulla falda, la dimensione del bacino sotterraneo e la possibilità di introdurre acque extra bacino in futuro. Invece, l’indifferenza del governo regionale rischia di condannare il lago di Pergusa e il suo ecosistema a una lenta agonia. La richiesta è di riconvocare il tavolo tecnico con urgenza per mettere in atto una pianificazione accurata, con l’obiettivo di sottoporre questo prezioso biotopo a un’opera di ricostituzione ambientale, come previsto dalla recente Restoration Law.

La Riserva naturale Lago di Pergusa è stata istituita per proteggere il bacino e la sua flora e fauna. Di origine tettonica, il lago ha un perimetro di 4,5 chilometri e una profondità media di 3,5 metri, raggiungendo un massimo di 12 metri. Situato al centro della Sicilia, il lago è un habitat importante per molte specie migratorie e residenti, tra cui uccelli come garzette, aironi cenerini e folaghe, e altre specie come anfibi, rettili e mammiferi che si rifugiano lì soprattutto in estate.

Il paesaggio circostante è caratterizzato da coltivazioni di cereali e uliveti, con una vegetazione ripariale dominata da cannuccia di palude, giunco marittimo e tamerici. Questo ecosistema rischia di scomparire a causa della crisi idrica. Negli ultimi giorni, lievi piogge e un calo delle temperature hanno offerto una piccola tregua, ma non basta. A lungo termine, una gestione avanzata delle risorse idriche e investimenti nelle infrastrutture di accumulo e distribuzione dell’acqua sono essenziali per preservare questo prezioso habitat e le risorse idriche della regione.

Danilo De Luca

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