Sicilia in crisi tra siccità ed incendi


In Sicilia, la persistente siccità rappresenta una sfida cronica che da decenni mette a dura prova l’isola. Secondo il Servizio agrometeorologico siciliano (SIAS), il 2002 è stato l’anno peggiore per le precipitazioni, con una media di soli 415 mm di pioggia. Anche se a maggio 2024 la media delle precipitazioni degli ultimi 12 mesi è leggermente migliorata, raggiungendo i 453 mm, il problema rimane critico. Le immagini satellitari del lago Pozzillo, uno dei più grandi bacini della regione, evidenziano chiaramente l’aggravarsi della situazione: tra giugno 2022 e giugno 2024, il livello dell’acqua è drasticamente diminuito. Questo quadro allarmante non solo sottolinea l’urgenza di una gestione più efficace delle risorse idriche, ma anche la necessità di strategie innovative e sostenibili per affrontare un problema che sembra lontano dall’essere risolto.

La situazione della siccità in Sicilia è aggravata dai cambiamenti climatici globali, che contribuiscono a rendere le piogge sempre più rare e irregolari. Questo fenomeno ha un impatto devastante sull’agricoltura, settore chiave dell’economia siciliana, riducendo la produttività e aumentando i costi per l’irrigazione. Inoltre, la scarsità d’acqua ha ripercussioni significative sull’ecosistema locale, mettendo a rischio la flora e la fauna tipiche della regione.

Una vera e propria emergenza idrica

Alla fine del 2023, la Sicilia già soffriva per la scarsità di piogge, una situazione che ha portato la Regione a dichiarare lo stato di calamità naturale all’inizio dell’anno. La crisi idrica è diventata talmente grave che, a marzo, circa 200 comuni sono stati costretti a iniziare il razionamento dell’acqua. In risposta a questa emergenza, il presidente della Regione, Renato Schifani, ha annunciato all’inizio di giugno un piano d’intervento da 20 milioni di euro per fronteggiare la crisi. Il piano prevede 138 azioni mirate a migliorare l’approvvigionamento idrico, tra cui la riattivazione dei dissalatori di Trapani, Gela e Porto Empedocle. Sebbene queste operazioni siano complesse e costose, la Regione rimane fiduciosa nella loro efficacia per alleviare la carenza d’acqua.

Gli incendi peggiorano la situazione

Il clima secco e la persistente siccità in Sicilia aggravano un altro grave problema: gli incendi. Per contrastare questa minaccia crescente, la Regione ha esteso la campagna antincendio dal 15 maggio al 31 ottobre 2024, aumentando anche le risorse finanziarie per potenziare personale e mezzi sul territorio. Questi interventi evidenziano non solo la fragilità del nostro ambiente, ma anche l’importanza cruciale di investire in politiche di prevenzione e adattamento. Il 26 giugno, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha pubblicato un rapporto che valuta la preparazione dei Paesi europei di fronte ai rischi climatici, come siccità, inondazioni e incendi. Nella prima pagina del documento si legge che “il ritmo e la portata delle azioni di adattamento devono aumentare, poiché l’Europa non è ancora adeguatamente preparata ad affrontare i rischi posti dal cambiamento climatico”. Questo ci fa capire che non c’è più tempo da perdere.

Valeria Buremi

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