Qualità e sfrontatezza e tanto possesso palla, consentono alla Spagna dei baby terribili Yamal e Williams di laurearsi per.la terza volta campioni d’Europa.
Partiamo dai numeri. La Spagna ha vinto il suo terzo campionato europeo (1964, 2008, 2024) intervallato dal mondiale 2010 e lo strapotere del Real Madrid in Champions. La Spagna ha vinto e convinto, con un gioco fluido, fatto di verticalizzazioni e ripartenze fulminee. Ma soprattutto ha battuto tutti perché crede nel talento dei giovani e ha il coraggio di gettarli nella mischia con la consapevolezza di arrivare a grandi risultati. La “cantera” ispanica ha da sempre prodotto talenti purissimi che hanno fatto la fortuna di grandi club come Barcellona e Real Madrid. Da Puyol a Xavi, a Pique, a Iniesta, fino ad arrivare al neo 17 enne Lamine Yamal e dal fuoriclasse 22 enne Williams. Perché in Spagna così come in Germania, Inghilterra si ha il coraggio di puntare sui giovani e invece in Italia no. Pochi talenti , tanto tatticismo e l’amor per il calciatore esotico a discapito di un talento che magari gioca in campo polverosi delle serie inferiori, o in serie minori e non viene scovato e mandato a giocare in grandi palcoscenici. Le scuole calcio forse infondono poi la paura della sconfitta, alla bellezza della giocata, prediligendo la diagonale difensiva a discapito di affinare la tecnica per proporre in bel cross o una giocata elegante. Si cura troppo la concretezza e poco l’aspetto tecnico. E i risultato sono sotto gli occhi di tutti, i talenti vengono mandati a farsi le ossa in serie minori o all’estero per fare plusvalenze. In Spagna la cantera punta sul gioco e sulla qualità. Mettendo in primo piano il talento. Risultato: la Spagna vince coppe campioni, arriva in fondo nelle competizione, vince Europei di calcio con un minorenne e un 22 enne tra i migliori in Europa e l’Italia fa una figura barbina venendo surclassata sul piano del gioco e ritmo. Se questo sarà il trend, per il ct Spalletti sarà dura selezionare giocatori con la G maiuscola..di Baresi, Maldini, Totti e del Piero cresciuti nel vivaio, in giro davvero pochi e il talento non deve essere soppresso o limitato perché altrimenti il calcio Italiano sarà sempre catenaccio e contropiede , e la cultura e paura della sconfitta prevarrà sulla voglia di scoprire in serie D un Torricelli…o in lega Pro un Zola. Daniele Orlando







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