Da circa due settimane è iniziata la scuola per ben 7 milioni di bambini e adolescenti che, in tutta Italia, per i prossimi nove mesi, si cimenteranno in nuove avventure e si renderanno protagonisti di nuove conoscenze e percorsi differenti. Nonostante si tratti di percorsi validi, la situazione non è uguale in tutta Italia: la nazione presenta profonde disuguaglianze tra i giovani, specialmente nell’offerta dei servizi educativi che si contraddistinguono tra Nord e Sud, in cui nelle regioni meridionali e nelle isole la situazione è particolarmente problematica.
La premessa accennata fa parte del rapporto pubblicato da “Save the Children” in cui viene spiegata così la differenza sostanziale tra le due parti d’Italia: solo 2 bambini su 5 hanno accesso al tempo pieno, mentre meno della metà degli scolari della scuola primaria e secondaria hanno la possibilità di usufruire di una palestra e di una mensa. Nel rapporto sono comprese anche le percentuali di accesso alla mensa che corrisponde a più del 50% nelle regioni del Nord e del Centro; per quanto riguarda il Sud, la percentuale precipita vorticosamente (36,9%), rendendola così sotto la media nazionale. Osservando cinque provincie le cui percentuali di fruizione della mensa sono inferiori al 10% si può notare che si trattano di provincie totalmente siciliane, tra cui rientrano Catania in primis, seguita da Agrigento, Palermo, Ragusa e Siracusa.
Nel rapporto sono contestualmente indicati degli aiuti per le scuole meridionali grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) in cui, tra 975 interventi volti ad ampliare l’offerta di mensa scolastica, alle regioni del Sud, isole comprese, è stato destinato il 38,1% delle risorse disponibile, nonostante tali risorse dovrebbero finanziare circa il 50% del totale dei progetti. Basteranno tali fondi? Considerando alcuni dei territori più svantaggiati, le risorse non saranno mai sufficienti per cui si ritiene indispensabile integrare alle risorse del PNRR altri fondi disponibili che una provincia possa possedere, per favorire migliori servizi educativi, soprattutto rivolti a tutti.
Dopo aver analizzato tale rapporto, “Save the Children” lancia un appello al governo in favore di stabili e finanziabili Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) che possano garantire pari opportunità a livello educativo, con particolare attenzione alla mensa scolastica e al tempo pieno nelle scuole primarie. Inoltre, l’associazione chiede che il servizio mensa venga reso gratuito per tutti i bambini che vivono in particolari condizioni di povertà.
Giulia Manciagli






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