L’Etna, uno dei vulcani più attivi al mondo e il più alto di tutta Europa, sfoggia, ogni giorno, la sua maestosità e la sua potenza con spettacoli di lava incandescenti visibili in gran parte della Sicilia. Uno dei temi che, nelle ultime settimane, è stato associato all’Etna riguarda il suo genere: è maschile o femminile? Un dibattito nato dagli stessi lettori che, siciliani e non, hanno contattato l’Accademia della Crusca per avere una risposta certa circa il genere del suo nome. Tale incertezza nasce tramite commenti sui social, sui titoli di giornale che hanno sempre chiamato l’Etna al femminile.
La nota istituzione culturale fiorentina, specializzata in filologia, semantica e linguistica della lingua italiana non ha espresso il sostantivo femminile o maschile da associare alla montagna, bensì la risposta del linguista Enzo Caffarelli è stata: “Non c’è una regola fissa, decidete voi”.
Quindi mamma Etna o papà Etna? La scelta dipende dal lettore. Per i siciliani non ci sono dubbi, la montagna è femminile (‘a Muntagna) e, per loro, non possono esistere connotazioni maschili. Accezione sbagliata per gli altri lettori, i quali affermano che l’Etna è nota per essere un vulcano piuttosto che una montagna e, di conseguenza, dovrebbe essere usato il sostantivo maschile. Dando uno sguardo all’origine del nome, in greco esso non ha un genere sicuro, di fatti anche la Crusca la pensa così. Considerando il nome arabo “Mongibello”, ossia il vulcano chiamato così nel medioevo, esso tiene e conferma e il genere maschile; nonostante ciò, nel linguaggio locale il termine Mongibello viene tradotto al femminile in ‘a Muntagna. La finale in “-a”, poi, conferma la tendenza a rendere il nome Etna femminile.
A confermarlo l’Accademia della Crusca con una rapida escursione tra le pagine di Google, che ne dimostra l’alternanza, ma con una certa tendenza a femminilizzare il nome del vulcano.
Le parole del linguista Enzo Caffarelli sono state le seguenti: “Che cosa è l’Etna? Un monte e un vulcano. Dunque, nonostante l’ellissi dell’uno e dell’altro, cioè la loro omissione nel chiamare l’Etna, questo risulta maschile. Ma se sottintendiamo la montagna, allora diventa femminile. A spingere verso quest’ultima direttrice è anche la “a” finale di Etna”.
Non si parla solo di grammatica, ma soprattutto di tradizioni e profondi legami con il territorio. Di fatti, parlando della tradizione catanese Careffi sostiene che “per i siciliani, i catanesi in particolare, il vulcano resta A Muntagna, presente nella fraseologia e nel titolo di Mamma Etna”.
La risposta dell’Accademia è: “al parlante la scelta”. Il sostantivo maschile o femminile da associare all’Etna è pressoché equivalente nella lingua italiana e possono essere utilizzanti entrambi senza ricorrere a particolari errori grammaticali. Si esprime come un genere neutro, in cui non esiste una risposta sbagliata, proprio perché entrambi i generi vanno a riflettere sul suo significato tanto linguistico quanto culturale.
Giulia Manciagli






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