La Sicilia e l’horror: alcuni miti e leggende


 

Ogni giorno si sente parlare della Sicilia, della sua bellezza e delle sue tradizioni; poco si sente parlare delle storie di paura, dei miti, racconti e leggende horror che riserva questa terra. Alcuni esperti l’hanno identificata anche come la terra ricca di materiale occulto e spaventoso. Quali sono le storie dell’orrore siciliane? Tra lasciano i racconti classici di Polifemo, Ciclopi, Scilla e Cariddi, quali sono i racconti che riprendono atmosfere gotiche e mostri?

 

Un dei mostri siciliani è Marabbecca, una donna bellissima che viveva nei pozzi e nelle cisterne d’acqua trasformata in una creatura mostruosa. La sua mitologia è famosa per la sua oscurità: sta di fatto che, secondo la leggenda tale mostro si nasconda sotto terra in quanto divoratrice di carne umana e sensibile alla luce del sole: non potrebbe stare all’infuori, altrimenti ingannerebbe con la sua voce soave sia bambini che anziani a buttarsi nei pozzi per ricevere un dono. Tale mitologia si colloca alla paura di cadere nei pozzi e allo spavento di qualsiasi madre che potrebbe perdere il suo bambino.

 

Un altro mostro famoso è u sugghiu, creatura anfibia con la pelle di un rettile, possente di una bocca grande con diverse ventose tanto da risucchiare la faccia delle proprie vittime e tutte le navi che potrebbero catturarlo con la propria rete. Di carattere longevo e non indistruttibile, tale creatura sarebbe stata avvistata persino a Riposto, Cefalù e Palermo, segnati da incidenti e vittime. Il riferimento reale del mostro è legato alla distruzione delle carogne e ai miti marini.

Per citare altre creature mostruose, si ricordano le Mayare, delle streghe che portavano incubi a mercanti e agricoltori siciliani. Queste streghe avevano la capacità di trasformarsi in animali  e avevano la capacità di togliere il malocchio o le maledizioni di altre Mayare.

 

Creatura mostruosa di Caltanissetta è Biddrina, serpente con le dimensioni di un drago (alto sei metri) che osservava le campagne a caccia di bambini, viandanti e donne, le quali le intrappolava fra le sue spine fino a farle soffocare. Si nascondeva sotto terra, non sentiva danni fisici ed era attratta dal fuoco. Ad oggi, il suo nome viene ancora usato per indicare quelle donne in grado di uccidere i figli e anche i mariti per gelosia.

 

Anche alcuni noti narratori della letteratura italiana hanno raccontato storie su creature mitologiche, come Luigi Capuana: egli si avvicinò alla narrazione gotica e dell’orrore, scrivendo un racconto ispirato ai vampiri. Altro narratore è Luigi Pirandello che scrisse un racconto ispirato alla licantropia, credendo che in Sicilia ci fossero uomini in grado di trasformarsi in lupi.

 

Giulia Manciagli

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