Etna e gas Radon: un rischio nascosto per la salute?


Il vulcano Etna, oltre alla sua spettacolarità e alla sua potenza geologica, nasconde un’insidia meno evidente: il gas radon. Recenti studi, come quello pubblicato dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), rivelano che le faglie attive del vulcano emettono quantità significative di radon, un gas radioattivo noto per la sua pericolosità per la salute umana, in particolare per il rischio di cancro ai polmoni.

Il radon è un gas colorato e inodore, derivato dal decadimento dell’uranio presente nelle rocce vulcaniche dell’Etna. Le faglie, crepe profonde e attive nel suolo del vulcano, creano vie attraverso le quali il radon emerge e si concentra in alcune aree. È stato rilevato che in edifici situati vicino alle faglie attive, specialmente nei comuni a est e sud del vulcano, i livelli di radon indoor superano spesso i 300 Bq/m³ (bequerel per metro cubo), una concentrazione oltre i limiti di sicurezza fissati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Alcune misurazioni hanno evidenziato punte che superano addirittura i 1.000 Bq/m³, suggerendo un problema significativo per chi vive in queste aree​.

Perché il Radon è pericoloso?

Il radon è considerato la seconda causa di cancro ai polmoni dopo il fumo di sigaretta. Essendo radioattivo, emette particelle che, se inalate, possono danneggiare i tessuti polmonari, aumentando il rischio di mutazioni cellulari. Il radon rappresenta una minaccia silenziosa perché non è percepibile dai sensi umani; quindi, le persone possono essere esposte per anni senza accorgersene. Per i residenti delle aree etnee, in particolare quelli che vivono in edifici costruiti su faglie attive, questa esposizione rappresenta un rischio sanitario da non sottovalutare​.

Monitoraggio e prevenzione: un’area di studio cruciale

Gli studi del radon nell’area etnea non sono nuovi, ma si sono intensificati negli ultimi anni. L’INGV ha installato sensori per misurare la concentrazione del gas e studiare le sue variazioni, specialmente in relazione all’attività sismica e vulcanica. È stato osservato che le concentrazioni di radon aumentano durante i periodi di intensificazione dei fenomeni sismici, rendendo il radon non solo un problema sanitario, ma anche un potenziale indicatore di attività sismica.

Misurazioni continue e approfondite sono essenziali per capire meglio come il gas si diffonde e quali sono le aree a maggior rischio. Gli esperti suggeriscono di installare sistemi di ventilazione in edifici a rischio e di monitorare costantemente i livelli di radon nelle abitazioni vicine alle faglie, per ridurre l’esposizione dei residenti​.

Quali sono i prossimi passi?

Dato il crescente interesse per la questione ei dati che evidenziano livelli di radon superiori alla norma, l’INGV raccomanda di ampliare il monitoraggio e le campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza. Le autorità locali potrebbero anche considerare misure di controllo edilizio nelle zone più esposte, come richiedere studi geologici prima di nuove costruzioni per evitare rischi futuri.

In sintesi, mentre l’Etna è conosciuto principalmente per la sua attività vulcanica spettacolare e per il turismo, è fondamentale non ignorare il pericolo invisibile che le sue faglie attive rappresentano per la popolazione locale. Il radon, silenzioso e pericoloso, è una questione che merita attenzione e un piano di gestione del rischio per proteggere la salute dei residenti.

Valeria Buremi

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑