L’inizio del nuovo rappresenta solo il principio di un mese festivo per tutti gli acesi. Non si parla delle consuete feste di Capodanno o l’Epifania, bensì ci si proietta già al 20 gennaio che, come da tradizione, Acireale è pronta a festeggiare il suo compatrono, il santo martire Sebastiano. Una devozione che ormai sussiste da secoli, le cui radici sono passate, risalenti al periodo della peste. Tutta la città di Acireale si riunisce per pregare il santo e per accompagnarlo tra le vie della città per mostrare la loro vicinanza e la loro devozione.
Perché San Sebastiano è fortemente legato alla città di Acireale? Come riportato, i santi venivano ritenuti gli unici in grado di poter combattere contro la peste e far guarire numerose persone che si affidavano ai santi, una pestilenza che aveva colpito tante città, tra cui quella di Acireale. La peste sopraggiunse nel 1646 e fu da qui che gli acesi si rivolsero a San Sebastiano, per poter combattere questa malattia, costruendo una piccola chiesa in suo onore. La statua di San Sebastiano veniva quotidianamente invocata e pregata persino quando ritornò nuovamente la peste. Così, la devozione divenne talmente grande che la chiesa risultò piccola per accogliere tutti i devoti, costruendone, per l’appunto, una più grande.
San Sebastiano è un martire, un fedele che ha sacrificato la sua vita e acui vennero inflitte numerose frecce sparse in tutto il corpo, per testimoniare la sua fede religiosa. Il suo martirio avvenne proprio il 20 gennaio, rendendo tale giorno una festa per i cittadini, per ricordare il suo amore e il suo sacrificio che compì verso gli altri.
Come viene pregato il santo in questo giorno di festa? Si tratta di una festa che vede la devozione del santo manifestarsi per tutta la giornata, dalle prime luci dell’alba quando viene aperta la cappella, fino a tarda serata con la solenne entrata del fercolo in basilica. I devoti raggiungono a piedi la basilica, scalzi come segno di penitenza e con abiti votivi addosso, aspettando la famosa svelata, quando rivendono la statua del santo che rimane chiusa tutto l’anno. Gli abiti votivi sono rappresentati da un maglione color carne (nudità del Santo), una fascia trasversale e un fazzoletto legato alla testa che rappresenta il ricordo delle persone guarite dalla peste che potevano nuovamente tornare in città. Per tutto il giorno, il baiardo trainato dai devoti percorre molte zone della città, con corse, salite in spalla, preghiere e tanti spettacoli pirotecnici organizzati dai vari comitati dei festeggiamenti.
Insomma, una tradizione che procede da secoli e che non smette mai di emozione tutta la città in questo momento così profondo. I devoti hanno fatto un voto, una preghiera di aiuto per motivi personali e si affidano a San Sebastiano affinché ne possa fare un miracolo. Si è sempre devoti, tutto l’anno, ma per questo grande giorno non ci sono eccezioni per nessuno. Per concludere, ogni 27 gennaio si svolge la famigerata ottava: il santo viene portato in spalla per le vie adiacenti alla basilica, oltre che ad un giro intorno ad essa. Dopodiché, il grande saluto finale dei devoti che con impazienza aspettano il prossimo 20 gennaio per rivedere il loro santo protettore.
Giulia Manciagli






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