Il primo mese del nuovo 2025 è appena finito e, tra feste che vanno via e altre che vengono, come il carnevale, ci si confronta con quelli che vengono chiamati “I giorni della merla”, ossia i giorni più freddi dell’anno. Secondo un’antica leggenda diffusa nella penisola italiana, in molti credono alle spiegazioni date secondo la credenza popolare, ma sarà vero?
Suddetti giorni coincidono con la fine del mese di gennaio, precisamente il 29, 30 e 31, giorni in cui, secondo diverse leggende, si raggiungono vertiginose e fredde temperature. Quali sono le leggende ad essa collegate? Una tradizione tramandata di generazione in generazione, la cui origine del nome non è certa. Secondo alcune teorie, il termine “merla” deriva dal nome del medesimo uccello e dei suoi cuccioli, la cui storia fa riflettere sul freddo che essi dovevano affrontare proprio nei suddetti giorni; ci sono altre teorie, invece, secondo cui in nome derivi da credenze popolari legate all’intenso freddo e alla neve.
La teoria più popolare narra la storia di una merla di colore bianco che, con i suoi piccoli, doveva ripararsi dal freddo intenso di gennaio, trovando rifugio in un semplice comignolo. Trascorsi i tre giorni freddi tra fumo e calore, gli uccelli uscirono con le piume tutte nere dovute alla fuliggine. Fu così che i merli nacquero con le piume nere.
Quanto questa leggenda è indicata tutt’oggi con le previsioni meteorologiche? Da anni, specialmente nelle zone più calde d’Italia, come le isole, più legate al mare, questa leggenda non lega affatto, ma con le giornate calde sembra di essere quasi in primavera/estate. Ricollegando sempre le tradizioni popolari, si dice che se questi tre giorni sono abbastanza freddi, allora la primavera arriverà in anticipo e con un clima mite; invece, se i tre giorni presentano una temperatura mite, la primavera sarà tardiva e fredda.
Giulia Manciagli






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