L’estate, tempo di caldo, sole e mare… eppure, sotto il sole estivo dell’Etna, resiste un angolo di gelo eterno: la Grotta del Gelo. Un fenomeno naturale sorprendente che sfida le stagioni, offrendo un piacere visivo e scientifico unico a oltre 2.000 metri di quota.
Dal fuoco al ghiaccio: cronache di una grotta glaciale
La Grotta del Gelo si è formata tra il 1614 e il 1624 durante l’eruzione più lunga della storia moderna dell’Etna. La lava fluiva, la crosta superficiale si raffreddava, dando vita a un tubo vulcanico lungo circa 125 metri, largo fino a 7 m, con un dislivello interno di circa 20–30 m. L’imboccatura, ampia fino a 10 metri di diametro, rimane spesso coperta da neve fino a tarda primavera, promettendo la magia del ghiaccio anche in piena estate.
Il miracolo dell’estate
Non si tratta di un semplice accumulo stagionale, ma di una massa di ghiaccio perenne che copre circa il 30% della cavità, con spessori fino a 2 m e volume stimato tra 1 500 e 2 200 m³. Nelle parti più profonde la temperatura interna non supera mai lo zero, attestandosi attorno a –0,6 °C, e mai supera i –6 °C, anche nei mesi più caldi.
Il segreto? La conformazione a imbuto e il flusso d’aria microporoso mantengono la massa ghiacciata isolata dal caldo esterno. La parte finale della grotta rimane gelata assolutamente tutto l’anno, mentre l’ingresso può registrare fusione nei mesi estivi.
Monitoraggio e resilienza tra eruzioni e cambiamenti climatici
Dal 1997–2000, e nuovamente dal 2013, la Grotta del Gelo è costantemente sorvegliata con sensori di temperatura e umidità. Studi laserscanner hanno tracciato la morfologia del ghiaccio, mettendo in evidenza un calo fino agli anni ’80 e una ripresa post2014, dopo intense nevicate.
L’eruzione del 1981, che passò a pochi metri, alterò il regime termico interno, danneggiando parte della massa glaciale. Oggi, il riscaldamento globale rappresenta una sfida ancora più insidiosa.
Un trekking tra lava, boschi… e ghiaccio
L’avventura comincia da Piano Provenzana o rifugio Ragabo(1 485 m), seguendo la Pista Altomontana e poi un sentiero di lava fino all’ingresso, a 2 030 m. Il percorso ad anello, di circa 23 km e 550 m di dislivello, richiede 7–8 ore e una buona preparazione. Attenzione: serviranno abbigliamento a strati, ramponi e lampada frontale.
Perché vale la pena di affrontarlo anche in piena estate
• Contrasto sensoriale: è possibile entrare in un ambiente glaciale sotto il sole estivo.
• Meraviglia geologica: stalattiti e stalagmiti di ghiaccio creano scenari surreali.
• Equilibrio fragilissimo: osservare l’effetto dei cambiamenti climatici su questo “microglaciale” fornisce indicazioni significative su scala globale.
Minacce e speranze per un futuro a prova di caldo
La Grotta del Gelo non è eterna. L’attività vulcanica e il riscaldamento globale possono comprometterne l’equilibrio. Tuttavia, il monitoraggio costante e la recente scoperta di altre cavità ghiacciate a quote inferiori – come la cosiddetta “Grotta Polo Nord” – potrebbero rivalutare il ruolo dell’Etna come serbatoio di ghiaccio mediterraneo.
Proteggere questo fenomeno significa preservare un testimone unico di convivenza tra fuoco e ghiaccio.
Valeria Buremi






Lascia un commento