Ondata di calore e Mediterraneo bollente: i dati allarmanti dell’estate 2025


Secondo i dati satellitari del Copernicus Marine Service, il 22 giugno 2025 il Mar Mediterraneo ha registrato anomalie termiche fino a +5 °C rispetto alla media stagionale, in particolare nel bacino occidentale (Tyrrhenian Sea, Baleari) e lungo le coste di Spagna, Francia e nord-ovest Italia. Questa anomalìa è la firma netta di un’ondata di calore marina che continua a intensificarsi e a estendersi, rendendo le acque insolitamente bollenti.

Onde di calore su terraferma: Europa e oltre

L’ondata calda si estende anche all’entroterra: tra fine maggio e giugno, gran parte dell’Europa è stata investita da calore precoce. In Spagna, Francia e Regno Unito si sono registrati valori record, con temperature superiori ai 40 °C e decessi legati al caldo: nel Regno Unito si stimano circa 570 morti solo tra il 19 e il 22 giugno. Parallelamente, in Nord America, centinaia di milioni di persone sono state messe sotto allerta a causa di ondate calde estreme, con numerosi ricoveri per colpo di calore.

Oceani in fermento: una tendenza globale

A livello globale, maggio 2025 è stato il secondo mese più caldo mai registrato, con una temperatura media delle acque superficiali di 20,79 °C, solo 0,14 °C meno del record del 2024. Copernicus segnala come oceani e atmosfera stiano assorbendo insieme la maggior parte del caldo in eccesso, un fenomeno che indebolisce la capacità delle acque di fare da “cuscinetto” contro il riscaldamento globale.

Chi paga il prezzo più alto

Gli eventi di calore, sia marino che terrestre, hanno conseguenze serie per la salute pubblica e per l’ecosistema. In Europa, le ondate calde sono considerate il fenomeno meteorologico più mortale: solo nell’estate 2022 si contarono circa 61.700 morti, nel 2023 oltre 47.000, specialmente tra anziani, malati cronici e chi lavora all’aperto. Anche in Nord America, dati recenti riportano aumenti significativi di ricoveri e stress da caldo.

Cosa sta succedendo davvero

Stiamo assistendo a una combinazione di fattori: il surriscaldamento globale ha anticipato l’inizio delle estati intense (il “June is the new July”), estendendo la stagione delle ondate calde di settimane. Le acque più calde sublimano l’energia termica verso l’atmosfera, amplificando le ondate di calore terrestri, in un circolo vizioso che coinvolge clima, oceani e biosfera.

Serve una risposta strutturale e urgente

La crisi climatica ha bisogno di azioni immediate e coordinate:

• Mitigazione: drastica riduzione delle emissioni di CO₂, conversione energetica rapida.

• Adattamento urbano: spazi verdi, coperture riflettenti, raffrescamento passivo.

• Protezione umana: sistemi di allerta, rifugi freschi, misure su categorie fragili.

• Salvaguardia degli oceani: protezione integrata per mitigare gli effetti dei marine heatwaves.

L’adattamento deve essere gestito su scala locale e globale, con investimenti tempestivi e lungimiranti.

Il Mediterraneo che “bolle” non è solo un’immagine suggestiva: è un allarme reale. Le temperature marine superiori di 5 °C rispetto al normale indicano una crisi climatica in atto. Le popolazioni più vulnerabili stanno già pagando un prezzo altissimo: migliaia di vittime, emergenze sanitarie e danni economici. Il futuro dipende dalle scelte che faremo oggi: servono decisioni radicali sui combustibili fossili, infrastrutture verdi, protezione civile e tutela dell’ambiente marino. Non è più solo una sfida estiva: è una questione di sopravvivenza.

 

Valeria Buremi

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