Un fine settimana drammatico ha messo in ginocchio la Sicilia: oltre 2.000 ettari di territorio naturale devastati, con roghi che hanno annientato aree simbolo come la Riserva dello Zingaro, Monte Cofano, Scopello, Inici e le campagne di Calatafimi. Famiglie costrette ad evacuare, mentre Castellammare del Golfoha vissuto ore di angoscia con abitazioni minacciate dal fumo e dal fuoco.
Le fiamme hanno devastato anche la Sughereta di Niscemi, le campagne di Piana degli Albanesi, tra Biancavilla e Ragalna, Cava Grande del Cassibile e diversi comuni del ragusano e agrigentino, provocando danni ambientali incalcolabili.
Numeri da allarme: centinaia di roghi, migliaia di interventi
Sono stati effettuati oltre 3.000 interventi tra vigili del fuoco, canadair e Protezione Civile per tentare di fermare l’avanzata dell’incendio. In meno di un mese la Sicilia ha registrato 1.500 incendi, diventando la regione più colpita d’Italia. Il patrimonio naturale è in grave pericolo e le comunità locali pagano un prezzo altissimo in termini economici, sanitari e turistici.
Il fuoco minaccia anche l’aeroporto di Catania: voli sospesi
Il 29 luglio 2025, un vasto incendio sviluppatosi nelle vicinanze dell’aeroporto di CataniaFontanarossa ha costretto alla sospensione immediata di tutti i voli, perché il fumo denso ha reso insicuro l’uso dello spazio aereo e impedito le operazioni in pista.
Le fiamme si sono concentrate tra Contrada Passo Martino, Zona Primo Sole, l’Oasi del Simeto e San Francesco alla Rena, attivando immediatamente l’intervento dei vigili del fuoco, dei mezzi aerei e della Forestale. Lo spazio aereo è stato chiuso per permettere ai canadair e agli elicotteri antincendio di operare in sicurezza.
L’aeroporto è tornato operativo in serata, dopo il completo spegnimento del rogo, e i voli sono ripresi: arrivati e partenti sono ora garantiti in condizioni di piena sicurezza, ma i passeggeri sono invitati a verificare lo stato del volo con la propria compagnia o tramite i canali ufficiali della SAC, la società di gestione dello scalo.
Fiamme prevedibili, prevenzione latitante
Le associazioni ambientaliste, tra cui WWF e Legambiente, lanciano un allarme da anni: “Ve l’abbiamo detto”. La siccità persistente, l’assenza di adeguati presidi antincendio sul territorio, la carenza di mezzi e personale, e la presenza di piromani rendono il sistema vulnerabile e impreparato. Serve una politica attiva di prevenzione strutturale per evitare che tragedie come questa si ripetano.
Politiche urgenti per una svolta
Le richieste sono chiare e impellenti:
• Attivare uno stato di emergenza regionale integrato, con coordinamento fra Protezione Civile, enti locali, volontariato e forze armate.
• Potenziare i presidi antincendio, utilizzare tecnologie avanzate come droni, satelliti, stazioni di monitoraggio per migliorare il Piano AIB regionale.
• Rafforzare i controlli e promuovere campagne di sensibilizzazione contro i piromani.
• Superare la governance frammentata tra Stato, Regione e Comuni per garantire risposte rapide ed efficaci.
Valeria Buremi






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