Un salvataggio che ha il sapore dell’eroico e che, al tempo stesso, ci ricorda quanto il mare sia fragile e bisognoso di tutela. È accaduto questa settimana all’interno dell’Area Marina Protetta Isole Ciclopi, dove il diving ASD Isole Ciclopi, guidato da Salvo Iacona, è stato protagonista di un raro incontro: una giovane tartaruga Caretta Caretta è stata trovata in grave difficoltà, avvolta in un sacco di iuta che ne ostacolava i movimenti e la condannava a un destino segnato.
L’operazione di liberazione si è svolta eccezionalmente in immersione, nella zona dei Panettoni, un’area nota agli appassionati di subacquea per le sue suggestive conformazioni rocciose e la ricchezza di biodiversità. I sub, con grande prontezza e delicatezza, sono riusciti a liberare la tartaruga e a restituirle la libertà, evitando così un sicuro annegamento.
Un episodio che, se da un lato scalda il cuore, dall’altro richiama l’attenzione su una problematica sempre più grave: l’inquinamento marino. Sacchi, reti abbandonate, buste e microplastiche rappresentano un pericolo costante per la fauna marina. Le tartarughe, in particolare, ne sono tra le vittime più frequenti: spesso finiscono per ingerire plastica scambiandola per meduse, oppure restano intrappolate in rifiuti galleggianti che ne limitano la capacità di muoversi e di respirare.
La Caretta caretta: un simbolo del Mediterraneo in pericolo
La Caretta Caretta è la specie di tartaruga marina più diffusa nel Mediterraneo e, proprio per questo, è diventata un simbolo delle battaglie ambientaliste per la salvaguardia del mare. Nonostante la loro resilienza e la capacità di percorrere migliaia di chilometri durante la migrazione, queste tartarughe pagano un prezzo altissimo a causa dell’attività umana. La lista rossa dell’IUCN le classifica come specie vulnerabile, e negli ultimi decenni il numero di esemplari è drasticamente diminuito.
Oltre ai rifiuti, le minacce principali sono la perdita degli habitat di nidificazione, la pesca accidentale e i cambiamenti climatici che alterano la temperatura delle sabbie, determinando il sesso dei nascituri. Ogni tartaruga che viene salvata, dunque, rappresenta un piccolo, prezioso contributo alla sopravvivenza della specie.
L’impegno quotidiano dell’AMP Isole Ciclopi
La liberazione della tartaruga avvenuta questa settimana è la prova tangibile dell’impegno costante dell’AMP Isole Ciclopi e dei suoi partner nel preservare la ricchezza di flora e fauna marina. Non si tratta soltanto di interventi straordinari: ogni giorno, operatori e volontari lavorano per monitorare, studiare e difendere questo tratto di mare unico al mondo, minacciato dalla pressione antropica e dall’inquinamento.
Una responsabilità condivisa
Il salvataggio della Caretta caretta deve essere letto anche come un monito rivolto a tutti noi. Ogni sacchetto abbandonato, ogni rifiuto gettato in mare o lasciato sulle spiagge può trasformarsi in una trappola mortale per pesci, uccelli e tartarughe. Ma non solo: la plastica dispersa negli oceani si frammenta in microplastiche che finiscono nei nostri piatti attraverso la catena alimentare, con potenziali gravi conseguenze per la salute umana.
Sensibilizzare, ridurre l’uso della plastica, adottare comportamenti più responsabili sono azioni alla portata di ciascuno di noi. L’episodio delle Isole Ciclopi, per fortuna conclusosi con un lieto fine, ci ricorda che la salvaguardia del mare non è una scelta, ma un dovere collettivo.
Valeria Buremi






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