Rubrica UN MARE DI PAROLE
a cura di Roberta Mezzabarba
LETTERA A UNA FIGLIA
Non voglio che la vita ti sorprenda seduta,
aspettando che qualcuno venga a salvarti,
Voglio che ti trovi in piedi
con i pugni chiusi
e le unghie sporche di terra, per aver lottato.
Ti voglio forte,
anche se dentro l’anima ti si spezza.
Ti voglio donna sanguigna, non di vetrina
di quelle che sudano, che si stancano,
che si spezzano la schiena, ma mai la dignità.
Ti voglio felice e positiva,
a costruire il tuo mondo con le mani,
e a ridere di chi osi sottovalutarti.
Ti voglio libera, con voce ferma e idee chiare,
capace di gridare ciò che senti
e di tacere ciò che non merita il tuo tempo.
Ti voglio pazza, con storie da raccontare,
piuttosto che corretta con una vita spenta.
Non voglio che tu attenda che ti incoronino,
Regina lo sei già.
Ti voglio Strega:
dura, invincibile e pericolosa
per chiunque tenti di tagliarti le ali,
pronta a lottare per ciò che è tuo,
a governare la tua nave
anche se non sai navigare,
imparando lungo il cammino.
E se al mondo non piace
che si faccia da parte.






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