Una giornata davvero speciale quella dedicata alle Lingue dei Segni. Una giornata Internazionale che si celebra ogni 23 settembre dell’anno, proclamata tale dalle Nazioni Unite nel 2017 con la risoluzione A/RES/72/161, e la prima celebrazione è stata nel 2018.
La scelta del 23 settembre non è casuale: è la data in cui è stata fondata la World Federation of the Dead (WFD) nel 1952 e si tratta di un’organizzazione che ha fortemente promosso l’istituzione di questa giornata. L’obiettivo principale? Dare visibilità, promuovere il riconoscimento legale e sociale delle lingue dei segni, e difendere i diritti delle persone sorde e udenti della lingua dei segni.
La lingua dei segni non è un semplice codice visivo e semplificato del linguaggio parlato. È una lingua a sé, con grammatica, sintassi, espressioni facciali, spazio come “elemento sintattico”, e strutture proprie. Ogni paese (e spesso regioni all’interno di un paese) ha la sua lingua dei segni; quindi non esiste una lingua dei segni universale pienamente standardizzata. Tuttavia, esiste una forma “internazionale”, denominata anche “International Sign”, usata in contesti internazionali, come conferenze dei sordi, ma è più limitata nel lessico e nella complessità. Si stimano oltre 70 milioni di persone sorde in tutto il mondo e si contano più di 300 lingue dei segni diverse.
Ogni anno la Giornata ha un tema per focalizzare l’attenzione su un aspetto specifico. Per il 2025 è stata istituita la “No Human Rights Without Sign Language Rights” (Nessun diritto umano senza i diritti delle lingue dei segni). Un’iniziativa particolare che spesso accompagna la giornata è la “Blue Light for Sign Languages”: molti edifici pubblici vengono illuminati di blu per sensibilizzare e “far luce” (letteralmente) sulle lingue dei segni.
Perché è una giornata importante anche gli udenti? Non basta solamente pensare “Va bene, è una questione di sordi”. In realtà, questa Giornata riguarda tutti, perché tocca tanti temi quali accessibilità, inclusione e diritti umani. Si possono citare alcune nozioni importanti:
- se le informazioni trasmesse in TV, sui trasporti o nelle istituzioni non avessero interpreti della lingua dei segni, molte persone sorde resterebbero escluse dal dibattito pubblico;
- anche i sordi vogliono e meritano di poter studiare, lavorare, partecipare alla vita sociale nella propria lingua e con pari opportunità;
- la lingua dei segni è parte della diversità linguistica mondiale, e quindi preservarla significa preservare culture e identità;
- quando più persone “udenti” conoscono anche qualche base di lingua dei segni, creiamo ponti di comunicazione e diminuiamo le barriere.
Per poter essere parte attiva in questa iniziativa dedicata alla lingue dei segni, non serve necessariamente essere interprete per partecipare. Si potrebbe imparare qualche segno base (ciao o grazie) nella lingua dei segni del paese; supportare iniziative locali con eventi o laboratori; diffondere sui social curiosità sulle lingue dei segni; sensibilizzare chi ti è vicino.
Giulia Manciagli






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