Il dibattito sui “Crateri Silvestri a pagamento” riaccende le tensioni ambientali e turistiche sull’Etna


Un’ipotesi che scuote la comunità etnea

Sull’Etna, uno dei simboli più potenti della Sicilia e del suo patrimonio naturalistico, si sta profilando una controversa proposta: rendere a pagamento l’accesso ai Crateri Silvestri. Finora considerati un’escursione libera, facilmente praticabile anche senza guida, i Monti Silvestri – due coni piroclastici originatisi nell’eruzione del 1892 alle pendici meridionali del vulcano – attirano migliaia di visitatori ogni anno per la loro posizione immediatamente a ridosso del Rifugio Sapienza e per la facilità dell’accesso. 

La proposta, avanzata da alcune istanze locali non ancora ufficializzate nei dettagli, prevede l’introduzione di un biglietto d’ingresso per chi intende percorrere il sentiero che circonda i coni o sostare lungo il cratere stesso. L’obiettivo dichiarato sarebbe quello di garantire maggiori risorse per la manutenzione, il controllo dell’erosione e la sicurezza, ma già circolano perplessità e forti critiche da parte di associazioni ambientaliste, operatori turistici e cittadini.

Perché introdurre il pagamento? Le motivazioni ufficiali

Manutenzione e tutela ambientale

Uno dei principali argomenti presentati a favore del ticket è che il flusso turistico, crescente nel corso degli anni, sta imponendo un carico sempre maggiore sul terreno vulcanico. Senza misure adeguate, il rischio è che i sentieri vengano degradati, la vegetazione circostante danneggiata e l’esperienza complessiva del visitatore ne risenta. In questa prospettiva, un introito derivante da un biglietto servirebbe a finanziare interventi di consolidamento, segnaletica, barriere protettive e, eventualmente, presidi di sorveglianza.

Controllo dei flussi e sostenibilità

Un altro argomento sostenuto dai promotori è che impostare un biglietto fungerebbe da filtro moderatore, scoraggiando ingressi eccessivi nei momenti di massima affluenza e incentivando visite in fasce orarie meno frequentate. In questo modo si potrebbe evitare il sovraffollamento e preservare il paesaggio.

Integrazione con altri servizi a pagamento

Va sottolineato che, attualmente, si paga per la funivia che sale a 2.500 metri (costo 50 € per adulti, 30 € per bambini dai 5 ai 10 anni), e anche per il tratto in jeep oltre i 2.500 metri con guida vulcanologica (tariffa combinata 78 € per adulti, 50 € per bambini). Chi sostiene il ticket per i Silvestri ritiene che l’area meriti la stessa considerazione, in quanto ben inserita nel circuito escursionistico dell’Etna e frequentata da turisti già abituati a pagare alcuni servizi legati alla montagna vulcanica.

 

Le obiezioni più diffuse

Il diritto alla natura e all’accesso libero

Per molti, l’applicazione di un biglietto rappresenta una limitazione del diritto alla fruizione della natura. I Crateri Silvestri, considerati da decenni come un percorso “libero”, godono di una sorta di status simbolico: poter passeggiare tra coni vulcanici senza barriere economiche è motivo di orgoglio locale e di accessibilità democratica. In numerosi commenti sui portali di viaggio si legge: “Tutto gratis” quando gli escursionisti parlano della visita ai crateri stessi, con solo il parcheggio a pagamento. 

Il rischio della speculazione e dell’aumento dei costi

Temere che l’introduzione del ticket sia il primo passo verso un regime più ampio di “torrette d’ingresso” è più che legittimo. Se il Cratere Silvestri ha già un prezzo, cosa impedirà di applicarlo anche ad altre zone vulcaniche? Questo timore è alimentato da chi intravede, dietro la mossa, una logica più commerciale che conservativa.

Impatto sul turismo e sull’economia locale

Un aspetto molto citato è che, per molti visitatori, il turismo sull’Etna è già costoso: tra funivia, jeep, guide e tour organizzati, il conto finale può risultare elevato. L’aggiunta di un ticket ulteriore può scoraggiare escursioni fai da te, riducendo l’afflusso di turisti “autonomi”, che spesso rappresentano una fetta significativa del mercato. Inoltre, le attività ricettive o ristorative intorno al Rifugio Sapienza e lungo la SP 92 potrebbero risentirne negativamente.

il valore di un luogo libero

L’Etna è più di un vulcano: è un simbolo identitario, un patrimonio collettivo che appartiene non solo alla Sicilia, ma a chiunque voglia ammirare la potenza della natura senza filtri o barriere. I Crateri Silvestri rappresentano proprio questo spirito: l’incontro diretto con la terra, con il respiro del vulcano, accessibile a tutti, senza biglietti né tornelli.

Rendere a pagamento un luogo così carico di significato rischia di snaturarne l’essenza. Se ogni passo verso il vulcano dovesse diventare un costo, l’esperienza perderebbe quella spontaneità che ha reso i Silvestri un’icona del turismo etneo. È giusto tutelare e gestire, ma la tutela non dovrebbe mai tradursi in esclusione. La vera valorizzazione passa dalla sensibilizzazione, dall’educazione ambientale e da un turismo consapevole, non da un ticket d’ingresso.

In fondo, il fascino dell’Etna sta proprio nel suo essere libero e vivo, come il fuoco che la abita. E forse, prima di monetizzare l’accesso a un cratere, dovremmo ricordarci che certi luoghi – per la loro storia, per la loro forza, per ciò che rappresentano – hanno un valore che non si misura in euro, ma in emozioni.

 

Valeria Buremi

 

 

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