Nella Catania del primo ’900 una vera e propria fabbrica cinematografica portò la magia dei fratelli Lumière anche ai piedi dell’Etna. Oggi come allora, la città, insieme alla Sicilia, resta un importante nodo creativo per il panorama cinematografico nazionale e internazionale.
Asse Catania-Hollywood: la nascita della casa cinematografica
C’è stato un momento in cui Catania non è mai stata così vicina a Hollywood. È il 31 dicembre 1913 quando Alfredo Alonzo, magnate dello zolfo siciliano, fonda la Società anonima Etna Film. Accompagnato da Pippo Marchese, drammaturgo e critico teatrale, Alonzo diede il via alla costruzione di un grande complesso di edifici nei pressi dell’odierno quartiere Cibali di Catania.
La casa di produzione made in Sicily guardava tutt’altro che al solo orizzonte nostrano, immaginando già dei prodotti cinematografici di stampo internazionale. La sede, nell’attuale via Casagrandi, copriva un’area di 23.000 metri quadrati, la quale comprendeva tutto il necessario per una realizzazione cinematografica. Lo stabilimento ospitava due teatri di posa, una sartoria, delle officine per i falegnami, ma non solo. Erano presenti anche dei laboratori per sviluppo e stampa delle pellicole e una sala di proiezione.
Modello Etna: nascono altre case cinematografiche
Approfittando di questa nuova golden age del cinema catanese, nacquero in quel periodo anche altre tre società cinematografiche: la Katana Film, la Jonio Film e la Sicula Film. Queste, così come l’Etna Film, si cimentarono in pellicole che spaziarono tra i diversi generi allora popolari del cinema muto, come drammi, satire e produzioni comiche. Esse adoperarono i teatri di posa e i servizi di sviluppo delle pellicole dell’Etna Film fin quando la casa di produzione catanese fu attiva.
Dal kolossal alla fine del sogno cinematografico
Nel 1914 l’Etna Film impiegò un gran numero di maestranze e fondi economici per il kolossal religioso “Christus”. La realizzazione della pellicola necessitò numerosi attori e comparse in costume, non solo in scenari ricostruiti, ma anche in ambientazioni reali nella periferia di Catania. A tale grande sforzo non corrispose però un grande riconoscimento da parte del pubblico. Questo, insieme alle tensioni dovute al primo conflitto mondiale, portarono Alonzo alla conclusione del sogno cinematografico: l’Etna Film, e il suo stabilimento, chiusero i battenti nel 1916.
Il complesso di edifici fu venduto al Comune di Catania nel 1930, ed è tuttora presente nel quartiere Cibali.
Catania e il cinema: un continuo fermento creativo
La breve parabola dell’Etna Film non esaurì però il fermento creativo. Sebbene questa non abbia potuto continuare la sua corsa verso il grande schermo, la città di Catania, così come la Sicilia tutta, continua ad ammaliare registi di tutto il mondo.
Da “La Terra Trema” di Luchino Visconti del 1948, ambientato ad Acitrezza, fino alla produzione Netflix de “Il Gattopardo” del 2025, la Sicilia continua a richiamare registi e produttori di tutto il mondo, confermando così l’isola come lo scenario perfetto per piccolo e grande schermo.
Nicoletta Scierri






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