Tra il nero delle scogliere ed il blu del mare si erge uno dei luoghi simbolo della Riviera dei Ciclopi: il Castello di Aci, custode di storie e leggende che attraversano la Sicilia nei millenni. Un tempo baluardo militare, la fortezza si è trasformata negli anni in un importante polo culturale del territorio.
Una fortezza sul mare
A strapiombo su una distesa di blu profondo sorge il Castello di Aci, uno dei luoghi simbolo della Riviera dei Ciclopi. Ogni pietra che sorregge il maniero racconta di una storia e una Sicilia che attraversa i millenni fino a giungere a noi. Il promontorio di origine vulcanica che ancora oggi ospita il Castello, probabilmente formatosi da una colata lavica di età preistorica, funge così da fil rouge tra passato e presente.
Secondo alcune ricostruzioni l’edificazione di un primo castello avvenne, con ogni probabilità, in epoca bizantina, intorno al VII secolo d.C., quando al maniero fu dato il nome di Castrum Iacis. In epoca normanna il Castello acquisì importanza strategica per la difesa del territorio e il suo ruolo militare fu cruciale durante la guerra dei Vespri Siciliani: la fortezza rappresentò una base fondamentale per le operazioni che culminarono in quello scontro passato alla storia come lo “Scacco di Ognina” del 1357.
Nei secoli successivi il Castello passò di proprietà tra diverse famiglie nobiliari e attraversò gli anni resistendo a calamità come il terremoto del 1693 e il secondo conflitto mondiale.
Spazio tra racconto e leggenda
Il Castello di Aci è un luogo dove prende forma la peculiare stratificazione culturale siciliana, che vede profondamente legate la dimensione orale e quella scritta. La fortezza ha ispirato la novella “Le storie del Castello di Trezza”, pubblicata da Giovanni Verga nel 1887 all’interno della raccolta Vagabondaggio.
In questo dramma nobiliare, Verga dà forma scritta alla leggenda popolare secondo la quale il Castello sarebbe stato infestato dal fantasma di Donna Violante, prima moglie del barone Don Garcia, il quale viveva proprio nel maniero insieme alla seconda moglie. Lo scrittore racconta di come Violante, umiliata da un tradimento del marito, si tolse la vita gettandosi dagli spalti del Castello precipitando sugli scogli sottostanti. La leggenda vuole che l’anima tormentata della donna vaghi ancora oggi tra le rovine del maniero.
Il Castello oggi: testimone di un fermento culturale
L’eredità storica e culturale del Castello è oggi mantenuta viva dalle attività che animano il maniero. Il Castello di Aci è sede del Museo Civico, con sezioni geologiche e paleontologiche che espongono fossili e reperti unici, e dal 2012 ospita anche la sala “Jean Calogero”, dedicata all’omonimo pittore catanese che, con la sua arte, ha contribuito a far conoscere al mondo i paesaggi della nostra isola, ponendo particolare attenzione al territorio di Aci Castello.
All’interno del meraviglioso scenario della Riviera dei Ciclopi il Castello di Aci attesta oggi la sua definitiva trasformazione: da baluardo militare a vivo e importante polo culturale, custode così del grande patrimonio storico e artistico siciliano.
Nicoletta Scierri






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