Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: perché il 25 novembre è così importante


Il 25 novembre è una data di grande rilievo: viene infatti celebrata la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999. 
Lo scopo è sensibilizzare istituzioni, cittadini, comunità a livello globale sul tema della violenza contro le donne, che resta una piaga diffusa e spesso sommersa. 
Nel nostro Paese come all’estero, la giornata è occasione per campagne, iniziative, momenti di riflessione e attivismo: è infatti anche l’avvio della campagna internazionale dei “16 giorni di attivismo” che si estende fino al 10 dicembre.

Il fenomeno in Italia

Quanto è diffusa la violenza di genere?

Secondo i dati ISTAT, in Italia «il 31,5 % delle donne tra i 16 e i 70 anni ha subito nel corso della vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale». 
Un’analisi più dettagliata segnala che la violenza da parte del partner o ex-partner rappresenta una quota significativa, e che la violenza da non-partner (conosciuti o estranei) è anch’essa consistente. 

Un problema sommerso: silenzio e mancata denuncia

Un aspetto particolarmente allarmante è la diffusione del non-racconto e della mancata denuncia. I dati mostrano che molte donne che subiscono violenza non ne parlano con nessuno. 
In particolare, una fonte rilevante indica che soltanto una parte molto ridotta delle violenze viene denunciata. 

Questi numeri ci ricordano che la violenza agisce anche nell’ombra, tra mura domestiche, e che i fattori del silenzio -paura, vergogna, isolamento – continuano a ostacolare la presa di parola e l’accesso al sostegno.

Il ruolo del numero antiviolenza 1522

In Italia, uno degli strumenti cardine per uscire dal silenzio è il servizio gratuito 1522, attivo h24 tutti i giorni dell’anno, istituito dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 
Caratteristiche principali:

• gratuito su tutto il territorio nazionale;

• anonimato garantito;

• supporto multilingue (italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo, ucraino, portoghese, polacco) (come riportato nel post da te citato).
Grazie a questo canale, le vittime possono chiedere aiuto, orientarsi, trovare ascolto e percorsi di uscita dalla violenza.

Le campagne di comunicazione legate al 25 novembre puntano spesso proprio all’incremento delle chiamate al 1522, come momento di attivazione della sensibilizzazione: «Chiama il 1522. Non sei sola».

Perché puntare sulla consapevolezza e sul chiedere aiuto

Sensibilizzare significa rompere l’isolamento

La violenza contro le donne non è un fenomeno marginale, ma una realtà strutturale, spesso radicata nelle dinamiche familiari, nei rapporti di potere e nella normalizzazione del sopruso. Le istituzioni e le ONG sottolineano che non basta intervenire solamente sulla fase emergenziale: serve costruire consapevolezza, cultura del rispetto, educazione alla relazione. 
La giornata del 25 novembre serve dunque anche come “campanello d’allarme” per la società: riconoscere i segnali, non chiudere gli occhi, sostenere chi è in difficoltà.

Il primo passo è chiedere aiuto

Se il silenzio è un fattore che alimenta la violenza, il chiedere aiuto rappresenta una discontinuità: rivolgersi a un numero come il 1522, parlare con un centro antiviolenza, mettersi in rete con altri soggetti significa uscire dalla logica della vergogna e ritrovare strumenti di protezione.
Le statistiche mostrano che le denunce sono ancora troppo poche, e che molte donne restano isolate. Interventi che favoriscono la presa di parola e l’accesso al sostegno sono quindi fondamentali.

Valeria Buremi

 

 

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