A Catania l’eterno rapporto tra i siciliani e l’Etna nelle fotografie di Fosco Maraini


Inaugurata il 4 dicembre al Palazzo Biscari, e visitabile fino al 6 gennaio 2026 presso il Palazzo Platamone di Catania, la mostra “NEVEFUOCOGHIACCIOZOLFOLAVA” restituisce le immagini dell’eruzione dell’Etna del 1950-1951 attraverso lo sguardo di Fosco Maraini.

L’esposizione fotografica “NEVEFUOCOGHIACCIOZOLFOLAVA” ripropone al pubblico i cinquanta scatti realizzati da Fosco Maraini durante l’eruzione del 1950-1951 che rischiò di cancellare i paesini di Milo e Fornazzo. Maraini, complessa figura del Novecento italiano, fu fotografo, antropologo, orientalista, scrittore e alpinista.

Il focus della mostra è la potenza esplosiva dell’Etna, che acquista concretezza nell’eruzione che minacciò i piccoli paesini alle pendici della montagna. Le cinquanta fotografie in bianco e nero ripercorrono i mesi di attività vulcanica, ma soprattutto restituiscono il modo in cui le popolazioni di Milo e Fornazzo vissero quei momenti. Insieme alla dimensione naturale – rappresentata dal vulcano e dai paesaggi ritratti nelle fotografie – si fa spazio anche quella umana, che prende forma negli sguardi e nelle azioni delle persone comuni fissate da Maraini sulla pellicola. Tanto che, tra i preparativi per un’imminente evacuazione, c’era chi portava una croce in processione, nella speranza che tale gesto potesse fermare il fiume di lava.

Maraini, attraverso le sue istantanee, restituisce uno sguardo partecipe delle vite che fotografa. La fotografia diventa così il mezzo attraverso cui fissare un momento e, insieme, un legame profondo: quello tra l’uomo e la montagna, presenza insieme amica e nemica per chi vive alle pendici dell’Etna.

In occasione della mostra è stato recuperato anche il documentario originale – e restaurato – girato da Maraini, “Etna Mareneve”: qui si passa dalle vette innevate dell’Etna al blu profondo del mare dei Faraglioni di Aci Trezza. Il documentario vanta un importante primato: fu tra i primi a mostrare al pubblico delle immagini subacquee. Tra i luoghi mostrati ce ne sono anche alcuni oggi scomparsi, come il vecchio Osservatorio dell’Etna, distrutto dalla lava nel 1971.

La mostra è stata organizzata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e curata da Stefano Branca, direttore del Dipartimento Vulcani dell’INGV, Mario Mattia, primo tecnologo dell’Osservatorio Etneo di Catania, e Maria Donata Napoli, docente dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. Durante l’inaugurazione del 4 dicembre, è stato distribuito il catalogo realizzato con la prefazione di Dacia Maraini e la collaborazione del presidente dell’Ingv Fabio Florindo, Francesco Paolo Campione, Rossella Paternò, Marco Albino Ferrari e Paolo Sessa. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il Comune di Catania e con il contributo della Fondazione Alinari per la Fotografia, del Gabinetto Vieusseux di Firenze, del Museo Nazionale della Montagna del Cai di Torino e del quotidiano “La Sicilia”.

“NEVEFUOCOGHIACCIOZOLFOLAVA”, visitabile con ingresso gratuito fino al 6 gennaio 2026, restituisce così immagini che appartengono alla memoria collettiva, raccontando il rapporto eterno tra l’uomo e l’Etna.

Nicoletta Scierri

Lascia un commento

Crea un sito web o un blog su WordPress.com

Su ↑