Due ragazze catanesi, con la voglia di rivoluzionare il mondo della moda grazie al loro tessuto ecosostenibile, hanno vinto la prima edizione italiana del premio per l’imprenditoria sostenibile femminile voluto da ELLE e Le Comptoir de l’Innovation con il sostegno del Gruppo Intesa Sanpaolo.
Un’altra vittoria per la Orange Fiber dopo tante altre, tra le quali quella della Global Change Award 2015. Le giovanissime sono state premiate a febbraio 2016 dalla Principessa Victoria di Svezia per essere tra i 5 vincitori della competizione con un premio di 150.000 euro.
Le ragazze hanno creato un tessuto ecosostenibile, ricavato dagli scarti delle arance siciliane, che grazie alle nanotecnologie rilascia vitamina C sulla pelle.
Sempre più spesso si sente parlare di tessuti e colori che danneggiano la pelle, le due siciliane combattono per rivoluzionare il mondo della moda in modo sostenibile con un tessuto che fa bene non solo all’ambiente ma anche a chi lo indossa.
L’idea è nata nel 2012 dalla tesi di Adriana Santanocito che ha coinvolto la sua coinquilina a Milano Enrica Arena. In collaborazione con il dipartimento di chimica dei materiali del Politecnico di Milano hanno sviluppato il progetto e depositato lì stesso il brevetto.
Perché le arance?
Perché la Sicilia, come dicono loro “il paese delle arance”, non aveva ancora trovato un modo, più semplice rispetto alle vie legali che esistono ma che non tutti attuano, per smaltire le bucce di questo agrume, al contrario del limone.
Più di 700.000 tonnellate l’anno di scarti di arance verrebbero utilizzati per creare questo tessuto morbido come la seta ed inodore.
Da Caltagirone, dove si trova un’industria che estrae succo fresco ed olio essenziale, le bucce delle arance vengono spedite in altro stabilimento della provincia dove viene estratta la cellulosa che in seguito viene mandata in Spagna per essere trasformata in filati, perché in Italia non ci sono più aziende che si occupano di questo processo; dalla Spagna i filati tornano in Italia nell’azienda di Rovereto dove si crea il tessuto.
Come affermano le due imprenditrici: la moda influenza la società e per questo motivo è il mezzo ideale per il cambiamento.
Laura Ciancio







Ok, ma le due arance dovevano proprio metterle sotto i rocchetti? … ehm … 🙂
Complimenti. Grande inchino a tanto ingegno! Vorrei sapere come devo fare per acquistare queste stoffe.
Grazie
L’ha ribloggato su biancaneveinwonderlande ha commentato:
Non vedo l’ora di poter indossare sottovesti di arance anziché di seta!!!
dove compro stoffe e vestiti?
anche io sarei interessata all’acquisto , come si fa e a chi ci si deve rivolgere?
anche io sono interessata all’acquisto.A chi bisogna rivolgersi?
Ciao a tutti, sì l’idea delle due ragazze è geniale! Purtroppo i tessuti non si possono ancora comprare ma l’intenzione delle creatrici è quella di venderli alle grandi case di moda per rivoluzionarla in modo sostenibile.
Le ho sentite parlare del loro progetto durante una conferenza a Catania l’8 marzo, ho toccato quel tessuto con le mie mani e devo dire che ne sono stata stupita, morbido come la seta ed inodore. Sono certa che presto potremo comprarli!
Brave! abbiamo bisogno di dimostrare che ci sono giovani- donne- che hanno iniziativa e i dee innovative! avanti e noi compreremo la stoffa.
Buon giorno sono Angela Longhitano della Fidapa di Sant Agata li Battiati avrei bisogno di contattare le ragazze magari Enrica Arena che ho avuto il piacere di conoscere da bambina
Bravissime, eccellenze italiane della moda etica, che purtroppo prendono premi all’estero: forse troppi pochi riconoscimenti in Italia?
buongiorno anche io sono interessata ad acquistare il tessuto,cme si può fare?
Grazie a queste due eccellenze italiane si dimostra amcora una volta l’ingegno e la creativita’ sono spesso italiane…peccato poi interrompere questa filiera mandando la lavorazione dei tessuti in Spagna per preparare i filati…perche?
Fantastiche
Grandeeeee , contattatemi ho una sartoria sono molto interessata ai tessuti ecosostenibili
Potrebbe andare sul loro sito e mandare una e-mail 🙂
Non è una novità e c’è chi già lo ha commercializzato da un po. Una cooperativa sociale per disabili in Toscana. Leggere qui per chi è interessato
http://www.coopfirenze.it/informatori/notizie/pelle-vegetale-12943
Ottimo! Speriamo che ci siano sempre più aziende e persone disposte ad incentivare questo tipo di mercato eco-sostenibile!
Camilleri: “Quando fu fatta l’unità d’Italia noi in Sicilia avevamo 8000 telai, producevamo stoffa. Nel giro di due anni non avevamo più un telaio. Funzionavano solo quelli di Biella. E noi importavamo la stoffa. E ancora oggi è così”.
Questo esempio ci fa sperare che presto la Sicilia torni ad essere la potenza di un tempo!
L’unica cosa che mi dispiace, e molto, che non ci sia in Italia una fabbrica che riesca a trasformare questa cellulosa in stoffa . A Prato che è rinomata per la tessitura possibile che non ci sia qualche fabbrica che lo possa fare? Magari ci sarebbe un risparmio e poi tutto rimarrebbe qui in Italia, con un aumento di posti di lavoro. 🤔
Straordinarie! Mi hanno affascinato dal primo momento che ne ho conosciuto l’idea!!! Geniali!!!
L’ha ribloggato su PRINTED AND STICHED ART .
In pratica è viscosa (o rayon)… La viscosa si ottiene per sintesi dalla cellulosa, ed è normalmente creato a partire dagli scarti di lavorazione del legno o dei vegetali.
La bella idea è stata quella di utilizzare le bucce delle arance, che altrimenti venivano buttate… Viene già creato dalle bucce di banana, dalle alghe, dal bambù e dagli scarti delle segherie. Per il resto, mi spiace ma si tratta solo di marketing..Il tessuto così creato non si distinguerà dalla viscosa ottenuta negli altri modi e già presente in modo massiccio sul mercato.