
Al 31 agosto il botteghino della Valle dei Templi ha registrato 630 mila visitatori. Numeri in costante crescita anno dopo anno grazie alla maestosità e bellezza dei templi ma anche grazie ad un’amministrazione ben attenta alla promozione del territorio.
Numerosi gli eventi e i progetti organizzati durante tutto l’anno, dalle attività didattiche per scolaresche e turisti agli eventi artistici e musicali. Il direttore del parco archeologico, Giuseppe Parello, si può ritenere soddisfatto perché ad oggi la Valle dei Templi, Patrimonio dell’Umanità già dal 1997, è un sito vivo, aperto ad iniziative travolgenti che coinvolgono tutte le fasce di età, persone del luogo, turisti e personaggi famosi. Per non parlare delle visite serali, talmente suggestive che si ha la sensazione di tornare indietro nel tempo al V e VI secolo a.C. quando furono costruiti il templi di Giunone e quello della Concordia.
“l’Akragas dei Greci, l’Agrigentum dei Romani, eran finiti nella Kerkent dei Musulmani, e il marchio degli arabi era rimasto indelebile negli animi e nei costumi della gente”.
I vecchi e i giovani Luigi Pirandello
Come testimonia Pirandello i 25 secoli di storia Agrigentina sono colmi di colpi di scena. La storia della città inizia con i greci che lì fondarono la polis chiamandola Akragas, come il fiume che attraversa il territorio. Il V secolo, quello della realizzazione dei Templi, rappresentò per la polis il periodo più prospero e ricco. Saccheggiata dai Cartaginesi nel 406 a.C. seguì una fase di decadenza. Il nome attuale di Agrigento deriva dal nome Agrigentum che le diedero i romani quando nel 262 a.C. dominarono la città. Da Agrigentum si passa a Kerkent con la conquista arabo-musulmana nell’840 a.C.. I musulmani introdussero la canna da zucchero, il cotone, alcune varietà di agrumi, i datteri e fiorirono gli studi letterari, scientifici e giuridici. La cultura araba si divulgò fino all’XI secolo, poi a conquistare la città e tutta la Sicilia furono i Normanni.

La storia di Agrigento, come quella di tutta la Sicilia, è contorta, variegata, incredibilmente complessa e ricca. Si dovrebbe imparare a scuola perché l’unico modo per apprezzare il luogo in cui si vive è conoscerlo nel suo passato, viverlo nel suo presente e progettarlo per il suo futuro.
Laura Ciancio






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