Ogni candidato e ogni candidata a qualsivoglia elezione politica, europea, regionale, provinciale (buonanima), comunale, di quartiere, porta con sé uno strumento essenziale, inscindibile, in bilico tra l’umano e il divino. Semplice o sofisticato , vivace o sobrio, con slogan o senza, in primo piano o a mezzo busto. È Lui: il fac-simile, il santino, l’immaginetta, il promemoria indispensabile per l’elettore.
Il/la candidato/a in oggetto non si separa mai da almeno 5000 cloni del proprio santino, prolungamento indiscutibile di se stesso. Li espande ovunque: in casa propria, in macchina, nei bar, negli esercizi commerciali e a a tutte le genti che incrocia: “ io ci sono e questo è il mio avatar, espandilo, portalo con te, pregalo se vuoi, bacialo, ma ti prego divulgalo e il 10 giugno non ti scordar di lui (ovvero di me)!”
Succede così che le città nelle quali si rinnova il consiglio comunale profilano di immaginette sognanti che come stelle filanti pullulano in ogni angolo del globo terracqueo. Prendi un caffè? Fac-simile! Ti provi un abito in un camerino? Fac-simile! Vai in bagno nell’autogrill? Fac-simile! Ti guardi allo specchio al mattino? Vabbè avete capito… Una persecuzione necessaria da parte del/la potenziale candidato/a…
Al santino poi segue l’istruzione che il candidato fornisce al potenziale elettore: “mi raccomando sbarra il nome e il cognome del Sindaco e poi vota un uomo e una donna, non due uomini, non due donne, ma un uomo e una donna, come Adamo ed Eva insomma”. Impossibile sbagliare. Anche se comunque nell’Eden qualche annetto fa un erroruccio ci fu, ma questa è un’altra storia, di cui quella raccontata è solamente… un fac-simile!
Giusi Lo Bianco






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